La Nuova Sardegna

Frane e alluvioni, 120mila sardi nelle zone a rischio

di Dario Budroni
Frane e alluvioni, 120mila sardi nelle zone a rischio

L’Ispra: in pericolo il 7,3 per cento del territorio isolano Allarme crolli più forte in Baronia e in Ogliastra

03 marzo 2016
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SASSARI. La bussola del pericolo indica anche la Sardegna. Rispetto ad altre regioni l’isola se la passa sicuramente meglio, ma vanta comunque troppe zone dove il rischio di finire sotto una frana o nel bel mezzo di una esondazione è decisamente alto. Lo dice la storia recente e lo conferma anche l'Ispra. L’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale ha infatti terminato l’inventario dei pericoli legati al dissesto idrogeologico. In Sardegna le potenziali aree a rischio frane e alluvioni ricoprono oggi una superficie totale pari al 7,3 per cento. E sono oltre circa 120mila i cittadini che vivono in zone considerate pericolose, quasi tutte concentrate in quei territori già colpiti da tragici eventi calamitosi: Gallura, Nuorese, Ogliastra, Oristanese e Cagliaritano.

Zone a rischio. Secondo il rapporto dell’Ispra il 2,9 per cento del territorio è interessato da una pericolosità idraulica media. Poca roba, rispetto a regioni come Emilia Romagna, Toscana e Lombardia. Ma in alcune aree dell'isola, a partire dalla città di Olbia, il rischio è elevato e tocca picchi decisamente inquietanti. L’inventario Ispra dice anche che il 4,4 per cento della superficie isolana è a rischio frana: le probabilità di crolli sono maggiori nella fascia compresa tra la Baronia e l’Ogliastra, passando anche per Capoterra.

Cittadini in pericolo. Sono 96.498 i sardi che vivono e lavorano in aree alluvionabili. Praticamente il 6 per cento della popolazione totale. Circa 20mila abitano nel solo territorio di Olbia. Sono invece meno i cittadini che risiedono in zone a rischio frane: 24.821, cioè l’1,5 per cento. In questo caso la maggiore densità si registra nel Sassarese. Ma la mappa disegnata dall’Ispra rivela anche un altro dato importante: la maggior parte dei Comuni sardi, esattamente l'87 per cento, abbraccia aree dove non sono da escludere i pericoli di frane e alluvioni.

Beni e aziende. A rischiare sono soprattutto i cittadini. Ma le eventuali calamità possono riservare dure mazzate anche alle attività produttive. Al momento sono 7.800 le aziende che sorgono in zone alluvionabili. E una bella fetta si trova nel comune di Olbia. 1.534, invece, le aziende che si trovano in aree soggette a frane, molte delle quali nel triangolo Alghero, Sassari e Porto Torres. Ma in una situazione di rischio si trovano anche borghi, siti archeologici, monumenti e altri tasselli del patrimonio storico-culturali isolano. In tutto sono 277 quelli sistemati in quei territori dove il rischio alluvione è medio. Sono invece 169 i beni innalzati dove è alto il pericolo di frane.

L’erosione. Il rapporto dell’Ispra si concentra anche sul fenomeno dell'erosione delle coste. In Sardegna i chilometri di costa sono 2.160. E sono 2.086 quelli naturali e quindi non compromessi dalla mano dell’uomo. Per quanto riguarda l’erosione, i chilometri interessati sono 80 in tutto. Comunque leggermente inferiori rispetto a quelli in stato di avanzamento (87).

Uomo e ambiente. Le condizioni di rischio, tanto in Sardegna quanto nel resto dell’Italia, sono strettamente legate alle caratteristiche del territorio e al forte incremento delle aree urbanizzate e industriali. Ma a giocare un ruolo importante (e negativo) è l’assenza di corrette pianificazioni territoriali. E l’Ispra ci tiene a ricordarlo: nel solo Meridione le percentuali di abusivismo hanno raggiunto il 60 per cento.

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