La Nuova Sardegna

Pale eoliche attorno al santuario

Pale eoliche attorno al santuario

La denuncia del Grig: «Tre impianti minacciano il paesaggio nuragico di Serri»

07 marzo 2016
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CAGLIARI. Il meraviglioso santuario nuragico di Serri, uno dei più importanti siti preistorici dell’isola, è minacciato dalla prossima installazione di una serie di impianti di produzione di energia eolica da 60 kilowatt, il cosiddetto minieolico che negli ultimi anni si sta affermando in ogni angolo d’Italia. La denuncia arriva dal Gruppo di Intervento giuridico, che in una nota diffusa in questi giorni segnala come tre impianti siano stati già autorizzati nel corso del 2015 «sebbene si trovino a breve distanza da uno dei più importanti complessi culturali della Sardegna nuragica, esteso per oltre tre ettari lungo la Giara di Serri, l’altopiano basaltico al confine fra Trexenta e Campidano».

Il leader del Grig Stefano Deliperi non prende le distanze dalle forme di energia tratte da fonte rinnovabile, come l’eolico «potenzialmente utile». Quanto dalla speculazione che accompagna spesso i progetti basati sulla ricerca di energie alternative, che nel caso di Serri mettono a rischio in modo evidente un paesaggio storico-culturale di altissimo valore con ricadute economiche tutte da dimostrare.

Nel 2014 la Procura di Cagliari ha messo sotto inchiesta 74 progetti di mini-aerogeneratori con potenza di poco inferiore ai 60 kilowatt presentati dalle stesse compagini societarie nel Campidano, il processo contro alcuni imprenditori coinvolti nella vicenda si apriràa maggio.

Scrive Deliperi: «Teoricamente impianti mini-eolici vengoo ideati per fornire un giusto sospegno energetico per singole aziende e un beneficio ambientale per la Terra, nella realtà sono diventati uno strumento speculativo per aggirare la legge, aggirare l’obbligo di valutazione d’impatto ambientale e lucrare coi certificati verdi e benefici di varia natura». A leggere le cronache in questo settore i tentativi di truffa e di speculazione sul filo dell’illegalità sono all’ordine del giorno, il caso di Serri però assume un’importanza maggiore perché al di là degli aspetti speculativi, tutti da dimostrare, mette a serio rischio un sito di enorme importanza culturale, minandone il paesaggio che lo integra e lo circonda. Chiede Delioperi: «E’ questo che vogliamo? E’ questo il futuro per le nostre risorse culturali?». Il Grig chiude la nota con una proposta: «E’ necessario un ampliamento delle fascia di rispetto delle aree e dei siti archeologici» prima che vengano inglobati in paesaggi tecnologici spesso inutili e dannosi. (m.l)

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