La Nuova Sardegna

Emodinamica, reparto gioiello mai aperto

Emodinamica, reparto gioiello mai aperto

A Lanusei la protesta dei cittadini: «Manca solo il personale». E a Carbonia 8 ecografi per 3 medici

17 marzo 2016
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SASSARI. I primi a chiedere che il reparto di Emodinamica esca dal limbo delle incompiute sono i cittadini di Lanusei. Che da settimane protestano, terrorizzati all’idea che l’ospedale, all’interno della riforma di riordino della rete, possa essere ridimensionato. E che l’emodinamica, fiore all’occhiello nuovo di zecca, venga chiuso senza mai essere entrato realmente in funzione. Uno spreco, esattamente come certificato nella mappa presentata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.

Reparto vuoto. In Ogliastra ora sperano che la denuncia pubblica metta il turbo alla Regione, chiamata a mandare medici e infermieri nella moderna sala dell’emodinamica, per evitare che i macchinari costosi e all’avanguardia si riempiano di polvere. Il reparto rappresenta un presidio fondamentale per i cardiopatici, dicono i lanuseini, che, sindaco Davide Ferreli in testa, un paio di settimane fa hanno organizzato una catena umana di protesta intorno all’ospedale “Nostra signora della Mercede”. Proprio il sindaco per sei giorni, insieme al suo vice Salvatore Acampora, aveva fatto lo sciopero della fame. Sino a quando, dalla commissione regionale alla Sanità aveva ricevuto garanzie su due punti. Nella riforma della rete ospedaliera si terrà conto della necessità, in una zona isolata come l’Ogliastra, di mantenere un presidio sanitario di primo livello, perché «questa classificazione consentirà – disse il sindaco Ferreli – di cementificare i servizi nel territorio, evitando che un domani possa ripresentarsi l’incubo di nuovi tagli, chiusure e accorpamenti. L’altro punto sul quale dalla commissione Sanità erano arrivate garanzie era proprio il reparto di Emodinamica, da rendere funzionale e operativo in tempi brevi. La Regione è intenzionata a inserire quello di Lanusei nell’elenco di presidi della rete a servizio di cardiopatici e dei centri ictus. Intanto l’attesa va avanti, le proteste pure. Di cittadini e di pazienti: come quelli riuniti nell’associazione cardiopatici, che ha minacciato, seguendo l’esempio del primo cittadino, lo sciopero della fame.

Troppi ecografi. A Carbonia, ospedale Sirai, un’altra storia di sprechi denunciata nella mappa. Secondo Cittadinanzattiva, nel presidio sarebbero stati acquistati otto ecografi: un numero spropositato, considerato che i medici abilitati all’utilizzo sono soltanto tre. Che senso ha avere così tante dotazioni se restano ferme? Una situazione paradossale, considerati i costi alti dei macchinari e la carenza di attrezzature in numerosi altri ospedali. Con i pazienti costretti a trasferimenti per sottoporsi a determinate prestazioni. (si. sa.)

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