La Nuova Sardegna

Pane fresco, sì alla legge di tutela

Pane fresco, sì alla legge di tutela

Nei supermercati i prodotti precotti dovranno essere esposti in banconi diversi

17 marzo 2016
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Il pane fresco di Sardegna è salvo e anche i consumatori potranno scegliere senza essere più ingannati da chi invece vende quello congelato e precotto. È scritto nella legge approvata all’unanimità dal Consiglio regionale e voluta da sempre dall’associazione regionale dei panificatori. Una delegazione era in aula per assistere allo storico via libera – che raggruppa oltre mille aziende, rappresenta 4mila addetti e ha un fatturato medio di 350 milioni l’anno. Il rischio spazzato via, in altre parole, è quello che la grande distribuzione diventasse ancor più padrona del mercato. Ora dovrebbe essere tutto più chiaro, o comunque, lo prevede uno dei 16 articoli della legge, il pane fresco e quello precotto-congelato dovranno essere esposti su banchi diversi, col primo che dovrà essere venduto «massimo entro lo stesso giorno in cui è stato prodotto», e nell’etichetta dovranno essere indicati «i prodotti utilizzati e il luogo di provenienza». E ancora: il Consiglio ha dato mandato alla Giunta di «avviare subito un percorso» perché per Civraxiu, Carasau e gli altri pani tipici sia riconosciuto al più presto il marchio di Dop (denominazione d’origine controllata) o quello Igp, identificazione geografica protetta. La legge è di fatto la fusione perfetta delle due proposte presentate da Daniela Forma (Pd) e Luigi Crisponi (Riformatori) che erano state licenziate insieme dalla commissione Attività produttive presieduta da Luigi Lotto (Pd).

In aula Daniela Forma ha detto: «La legge tutela prima di tutto il consumatore e definisce i criteri di accesso alla professione, perché parte della considerazione che panificatori non ci si improvvisa ma si diventa attraverso la formazione, il tirocinio e l’esperienza». Per Luigi Crisponi: «Le imprese artigiane isolane sono state riconosciute non solo come attività, ma soprattutto come custodi di un’antica tradizione che rischiava di soccombere davanti allo strapotere della grande distribuzione».

Molto soddisfatto anche il presidente della commissione. «La legge – scrive Luigi Lotto – mette fine a un vuoto legislativo durato troppi anni e con un susseguirsi d’interventi di interventi ininfluenti sullo sviluppo della panificazione artigianale». Oggi – aggiunge il consigliere del Pd – «è tutto molto più chiaro ed è anche importante l’inizio dell’iter per il riconoscimento dei marchi di qualità e di origine per i pani artigianali sardi. I marchi continuano a essere l’unico strumento efficace per difendere, tutelare e promuovere i nostri prodotti agroalimentari».

Commenti più che positivi anche dalla Confartigianato e dalla Confesercenti per una «legge attesa da anni e che oggi mette al sicuro le aziende sarde dai continui tentativi di essere sopraffatte dalle catene commerciali o da chi non rispetta i diritti dei consumatori.

Infine due curiosità: a eseguire i controlli nei panifici saranno le Asl e i Comuni, mentre i trasgressori, compresi i venditori abusivi, rischiano una multa da 250 a 4mila euro.

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative