La Nuova Sardegna

Lavoro, cresce l’isola dei precari

di Alessandro Pirina
Lavoro, cresce l’isola dei precari

Aumenta il ricorso ai voucher, ma crollano le assunzioni a tempo indeterminato

18 marzo 2016
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Flop act. La riforma del lavoro nata con l’obiettivo di stabilizzare i lavoratori a termine rischia di creare un nuovo esercito di precari. Il popolo dei voucher. Il jobs act sembra aver perso i suoi effetti mirabolanti. Con il taglio degli sgravi fiscali per i datori di lavoro il numero dei contratti a tempo indeterminato è crollato in tutta Italia. Un segno meno che in Sardegna supera il 45 per cento. Sei punti in più della media nazionale. Eppure l’anno scorso l’isola era stata la regione con il più alto numero di assunzioni con sgravi fiscali. Dal 1 gennaio, però, la musica è cambiata. Gli incentivi governativi sono stati più che dimezzati, passando da 8.060 euro ad assunzione per tre anni a un massimo di 3.250 euro all’anno per due. E quasi dimezzate sono anche le nuove assunzioni a tempo indeterminato.

Il boom dei voucher. Un crollo che ha favorito il ricorso ai voucher. I buoni dell’Inps dal valore di 10 euro all’ora. Rispetto al gennaio 2015 quest’anno in Italia ne sono stati venduti tre milioni in più. Un boom pari al 36,6 per cento. Più o meno la stessa media dell’isola, dove l’aumento sfiora le 70mila unità. Dai 193mila del 2015 agli oltre 262mila di 12 mesi dopo.

Dall’agricoltura al turismo. Il voucher nasce come strumento per pagare le prestazioni occasionali nel settore della agricoltura. In particolare per le vendemmie, la raccolta delle olive, della frutta, del tabacco. Ognuno vale 10 euro, 7,5 vanno al lavoratore e gli altri 2,5 all’Inps. Un mezzo innovativo adottato per eliminare il lavoro nero. O perlomeno, questa era l’intenzione del governo, per ridurlo ai minimi termini. Dalla agricoltura, però, il buono è stato esteso a numerosi altri comparti, soprattutto quello turistico-ricettivo. Con il rischio che da eccezione il voucher diventi la regola. E che i datori di lavoro ne abusino.

Il rischio abusivismo. È proprio questo il timore dei sindacati, che hanno più volte denunciato il fenomeno. Ci sono infatti aziende e datori di lavoro che usano i voucher per mascherare il nero. Pagano una parte con il buono, magari solo una prima ora, e il resto lo saldano sottobanco. Il ricorso ai voucher è ormai inarrestabile. Nel gennaio del 2014 nell’isola non superavano i 100mila, dodici mesi dopo sono diventati quasi il doppio, 193mila, che agli inizi di quest’anno sono lievitati fino a quota 262mila.

Stipendi anomali. Numeri che indicano la nascita di un nuovo esercito di precari che ha ancora meno tutele delle già poche previste per i vecchi co.co.co. Con i buoni trasformati in stipendi irregolari, senza la previsione di ammortizzatori sociali e con contributi pensionistici irrisori.

Un fenomeno nazionale. La Sardegna è in linea con la media nazionale. Anzi, la percentuale dei voucher venduti è leggermente al di sotto, 35,6 a 36,4. Una via di mezzo tra la Campania, dove i buoni hanno registrato un balzo in avanti che supera il 65 per cento, e la Calabria fanalino di coda, ferma al 18,3.

Stop alle assunzioni. Il boom dei voucher è l’unico segno più - e non per forza positivo - registrato in questo primo scorcio del 2016. Per il resto, infatti, l’Osservatorio sul precariato dell’Inps ha rilevato solo segni meno. Dodici mesi fa in Italia furono firmati 176mila contratti a tempo indeterminato, ventimila in più di un anno prima. Nel 2016 le firme sono scese a quota 106mila, un crollo pari al 39,5 per cento.

Contratti dimezzati. Un trend che ha contagiato anche la Sardegna, che è passata, in pochi mesi, da prima regione d’Italia per numero di nuove assunzioni agevolate da sgravi fiscali a terzultima. Peggio hanno fatto solo Sicilia e Calabria. Nell’isola, infatti, nel gennaio 2015 sono stati portati a casa 3.542 contratti a tempo indeterminato. Quest’anno la riduzione dei generosi incentivi del governo ha comportato il loro dimezzamento, o quasi. Nel gennaio 2016 infatti le nuove assunzioni sono state 1.946, pari a un meno 45,1 per cento.

Gli altri contratti. Sono in generale le nuove assunzioni a registrare una frenata, anche se meno brusca di quelle a tempo indeterminato. I contratti a termine passano nell’isola da 5.732 a 4.536, mentre quelli in apprendistato registrano un leggerissimo aumento. Nel complesso, dunque, in Sardegna le nuove assunzioni sfiorano un meno 30 per cento, una cifra molto più alta del resto d’Italia, dove la media si ferma al 22.

Calano operai e impiegati. Il segno meno nelle assunzioni non fa differenza di qualifica. A calare sono indistintamente operai, impiegati, quadri e dirigenti. I primi, che nel 2015 erano passati da 111mila contratti a 125mila, quest’anno sonoscesi a quota 73mila. Brusco calo anche per gli impiegati: da 40mila a 47mila nel 2015, nel gennaio 2016 ne sono stati assunti appena 30mila. Più limitate le contrazioni per quadri e dirigenti, mentre fra gli apprendisti si registra l’unico segno più. Ma nulla a che vedere con il boom dei voucher.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative