La Nuova Sardegna

In cella la gang degli assalti

di Pier Luigi Piredda
In cella la gang degli assalti

Maxi blitz: fermate 23 persone, sono gli autori delle rapine ai portavalori

20 marzo 2016
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NUORO. Hanno messo a segno decine di rapine. Assalti ai furgoni portavalori, senza disdegnare i caveau degli istituti di vigilanza. Una banda organizzata, formata da una ventina di rapinatori che entravano in azione secondo le decisioni del capo. Che prima si consultava con i suoi più fidati luogotenenti e che quando doveva operare in contesti delicati si affidava a una cerchia ristretta di complici: «Quando stiamo lavorando noi, siamo una cerchia. La cerchia nostra si chiude, sette, otto. Siamo sicuri, bisogna riunirsi e dire chi. Allora c’è chi si offende. Quando io non c’ero è perchè mi sono cagato. Paura. L’importante è che rimaniamo tutti sulla stessa linea: silenzio, boh e basta». Parole pronunciate il 20 settembre in un ovile rifugio di Florinas dal proprietario del podere, Salvatore Sanna, 38 anni, di Orune, considerato uno dei componenti dello “zoccolo duro” della banda che, da quanto emerso dalle indagini portate avanti per alcuni anni dalla squadra mobile di Nuoro (in un secondo tempo coadiuvata da quella di Cagliari e dalla guardia di finanza di Nuoro), era guidata da Giovanni Olianas, 43 anni, di Villagrande Strisaili, vicesindaco del paese ogliastrino dopo essere stato anche consigliere della defunta Provincia. Con loro in quell’ovile c’erano Luca Arzu, 43 anni, di Talana, fratello di Raffaele (il bandito condannato all’ergastolo per una rapina a Umbertide, in Umbria, nella quale mori un carabiniere), il cugino Sergio Arzu, 35 anni, Angelo Lostia, 43 anni, di Olzai ma residente a Budoni Tanaunella e Pietro Mereu, 44 anni, di Nuoro ma residente a Mores.

La banda era nel mirino da anni. Il dirigente della squadra mobile di Nuoro Fabrizio Mustaro, di recente andato a guidare la Mobile di Trapani, era sulle tracce dei rapinatori dal 2013, dopo lo spettacolare e sfrontato assalto al caveau dell’istututo della Vigilanza Sardegna a Nuoro. Gli abili investigatori nuoresi erano riusciti a incastrare il presunto basista, al quale di recente la guardia di finanza ha anche sequestrato dei beni. Era stato solo l’inizio dell’inchiesta che è andata avanti per due anni con discrezione. Giornate intere ad ascoltare le decine di microspie installate in auto, ovili e abitazioni. A sentire le comunicazioni con i telefonini. Così, tassello dopo tassello, notti insonni e appostamenti al freddo e in luoghi sperduti, gli investigatori sono riusciti a completare il complicatissimo puzzle.

Ogni rapina, ogni assalto a un portavalori erano rabbia e raccolta di elementi sempre più consistenti nei confronti di una banda di sfrontati che non spendevano una sola lira del loro conto in banca, che così lievitava, e utilizzavano senza problemi i soldi delle rapine. E quando erano troppi, li investivano in altre operazioni criminose. Droga. Soprattutto marijuana, senza però disdegnare importanti partite di cocaina, droga che veniva riversata, soprattutto d’estate, sulla costa gallurese, attraverso spacciatori amici. Soldi rubati che si moltiplicavano e che, soprattutto nell’ultimo periodo, quando ormai i capi si sentivano il fiato sul collo della polizia e della guardia di finanza, non sapevano neppure come spendere.

È stata una notte lunghissima quella tra venerdì e sabato per gli agenti della squadra mobile e della questura di Nuoro, coordinati dal questore Paolo Fassari, della guardia di finanza, al comando del colonnello Luigi Mimmo, e della questura di Cagliari. Appuntamenti nelle varie caserme intorno alle 23, ultimo briefing e via verso Abbasanta dove era stato stabilito il quartier generale dal quale sono ppi partiti oltre trecento uomini in mimetica e giubbotto antiproiettile, molti con il passamontagna sul viso. Un’operazione gigantesca. Ultimi dettagli, ritiro dei provvedimenti di fermo della procura distrettuale antimafia di Cagliari e poi via nella notte. Verso Villagrande dove sono stati arrestati il presunto capo Giovanni Olianas, 49 anni, Gianluigi Olianas, 53 anni, Carlo Olianas, 43 anni e Pietro Paolo Lotto, 48 anni. Verso Thiesi dove è finito in manette Giovanni Francesco Bussu, 62 anni. A Benetutti per arrestare Michele Cherchi, 35 anni. A Mores per Fabrizio Francesco Crisponi, 36 anni e Pietro Mereu, 44 anni. A Orune per Vittorio Fogu, 43 anni, Francesco Monni, 52 anni e Salvatore Sanna, 38 anni. A Budoni Tanaunella per arrestare Angelo Lostia, 43 anni. A Tortolì per Fabrizio Manca, 35 anni. A Gavoi per Gavino Pira, 45 anni. A Sarule per Giovanni Salvatore Pirisi, 49 anni. A Nuoro per portare in carcere Mario Pirari, 49 anni. Mentre a Pasquale Scanu, 39 anni, di Bitti, il provvedimento è stato notificato in carcere dove sta scontando una condanna per il sequestro dell’imprenditore napoletano, Buglione, in Campania.

Il primo colpo della banda censito dagli investigatori in questa tranche d’inchiesta, risale al 4 luglio 2005: assalto al supermercato “EmmeZeta” di San Sperate con un bottino di oltre 15mila euro. Poi, chissà quante altre rapine hanno messo segno fino al 2011 quando la banda compare il primo dicembre a Irgoli fallendo l’assalto a un furgone portavalori della Vigilanza Sardegna. Un’altra pausa lunga fino al 27 maggio 2012 quando scatta l’assalto al supermercato “LD” di Tortoli per un bottino di poco più di 10mila euro.

Ancora silenzio, fino al colpo grosso del 14 ottobre 2013 al caveau della Vigilanza Sardegna a Nuoro con un bottino di oltre 5 milioni di euro. Il 27 luglio 2015 un flop clamoroso ad Arzachena: nel mirino caveau della Mondialpol. Ma ormai la banda è scatenata ed entra in azione il primo settembre 2015 sulla piana di Campeda. Assalto armato spettacolare, con spari, feriti e traffico bloccato per ore. Nel mirino un blinado della Vigilanza Sardegna: il bottino è di 500mila euro. Poi, tre fallimenti. Perchè ormai la polizia gli era addosso e riusciva ad anticipare le mosse dei banditi. Il primo fallimento il 23 novembre 2015 tra Ardara e Siligo. Il secondo il primo dicembre a Barbusi vicino a Carbonia. Il terzo il 7 dicembreancora tra Ardara e Siligo. E infine l’ultimo, quello che avrebbero dovuto mettere a segno prima di Pasqua tra Pavia e Voghera.

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