La Nuova Sardegna

Pecorino, l’allarme della Copagri

Pecorino, l’allarme della Copagri

L’organizzazione: la produzione supera la richiesta del mercato, serve un tetto

21 marzo 2016
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SASSARI. L’elevata produzione di pecorino romano spaventa la Copagri. Il rischio, infatti, è che la produzione superi abbondantemente le richieste del mercato. La confederazione dei produttori agricoli auspica così la chiusura anticipata della campagna lattiero-casearia del romano. «I dati in nostro possesso e da noi elaborati confermano le preoccupazioni già avanzate a novembre – spiega Ignazio Cirronis, presidente della Copagri Sardegna –. Abbiamo infatti quantificato i consumi di pecorino romano in 250mila quintali di prodotto stagionato che corrispondono a circa 271mila quintali di formaggio in pasta alle 24 ore». Il coordinatore regionale della Copagri, Pietro Tandeddu, punta al cuore del problema. «Nelle tre annate che precedono quella del 2014-2015, il romano ha raggiunto prezzi storici, toccando i 9,50 euro al chilo – spiega Tandeddu –. Ma davanti all’impennata produttiva dell’annata 2014-2015, il prezzo, già in calo da agosto, oggi vede quotazioni ufficiali con un prezzo minimo di 8,20 euro. Ovviamente tutto ciò ha determinato riflessi negativi nella remunerazione del latte per la campagna in corso. Cioè rifiuti di conferimento, prezzo indefinito, offerte ben lontane dall’1 euro al litro del recente passato». Ma a preoccupare di più è la previsione per la campagna 2015-2016. Secondo la Copagri, il bel tempo e l’abbondanza delle risorse foraggere hanno portato a incrementi di latte, pari al 25 per cento, quasi tutti diretti alla produzione del pecorino romano. «Il che sta a significare che a fine campagna potremmo trovarci con una produzione di 380mila quintali, che il mercato non è in grado di assorbire – continuano dalla Copagri –. Tutto questo stona davanti all’impegno assunto dal Consorzio di tutela per l’autoregolamentazione dell’offerta, con un piano ufficialmente presentato a Regione e Ministero». La Copagri auspica quindi la costituzione di una task force e, sentite le ipotesi maturate all’interno del Consorzio di tutela del pecorino romano, chiede la chiusura anticipata della campagna lattiero-casearia e si dichiara pronta a sostenere programmi di dirottamento di partite di latte ovino verso mercati extra-regionali.

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