La Nuova Sardegna

Porto Torres, violenze sugli anziani: sequestrata una casa di riposo

di Gianni Bazzoni
Porto Torres, violenze sugli anziani: sequestrata una casa di riposo

Sono indagati il responsabile dell’associazione Pandora e due dipendenti. Il provvedimento è stato eseguito dal Nas. Gli ospiti trasferiti in altre strutture

01 aprile 2016
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PORTO TORRES. Maltrattamenti degli ospiti e mancanza delle autorizzazioni regionali specifiche: i carabinieri del Nas di Sassari hanno eseguito ieri il sequestro preventivo di una casa di riposo a Porto Torres. Tre le persone indagate: il legale rappresentante dell’Associazione Pandora onlus - di origine siciliana - e due dipendenti.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Sassari Michele Contini che ha accolto la richiesta avanzata dal sostituto procuratore Corinna Carrara, il magistrato titolare dell’inchiesta.

Un mese di indagini. I primi segnali circa un mese fa, direttamente da alcuni ospiti della struttura che si trova al primo piano dello stabile dove per tanti anni è rimasto in attività lo storico Hotel Torres, in pieno centro, nella via Risorgimento (una parallela di via Sassari). I carabinieri della Sanità hanno raccolto i primi elementi e definito un dossier dettagliato (anche con diverse testimonianze e, a quanto pare, anche registrazioni) che poi è stato trasmesso alla procura della Repubblica.

Le accuse. Maltrattamenti degli anziani ospiti - una quindicina in tutto quelli presenti nella struttura gestita dalla Pandora Onlus - e per il legale rappresentante anche la contestazione di avere esercitato senza le necessarie autorizzazioni regionali. Trattandosi di ospiti non autosufficienti, infatti, la loro accoglienza sarebbe potuta avvenire solo in Residenze sanitarie assistite o in Comunità integrate. Caratteristiche non riscontrate (anche per la mancanza delle autorizzazioni) nella sede di via Risorgimento.

Le violenze. Nell’attività di indagine (che tra l’altro sarebbe ancora in svolgimento) i carabinieri del Nas avrebbero documentato le violenze ai danni di alcuni ospiti, sui quali sarebbero state rilevate anche lesioni riferibili alle percosse subite.

Gli investigatori avrebbero, inoltre, accertato l’abuso di misure di contenzione, con anziani che sarebbero stati legati e trattenuti con misure non proprio idonee.

Situazione critica. Dalle verifiche emerse nel corso delle indagini ed evidenziate nel rapporto che è stato consegnato al magistrato titolare dell’inchiesta, sarebbe risultata anche una situazione di forte criticità per quanto riguarda gli ambienti dove gli ospiti erano alloggiati. Rilievi importanti, in particolare, sarebbero stati mossi per quanto riguarda gli impianti di climatizzazione (assenti o inadeguati) tanto che gli ospiti pativano il freddo.

La svolta. Un mese di lavoro con assoluta discrezione, poi la conclusione della prima fase degli accertamenti e i riscontri a una serie di segnalazioni che - secondo quanto trapelato - sarebbero partite da diversi ospiti e poi portate all’esterno da alcuni familiari degli anziani. Poi, ieri, la svolta. I carabinieri del Nas di Sassari hanno notificato l’ordinanza di sequestro preventivo emesso dal gip al rappresentante legale della onlus che gestisce la struttura e a due dipendenti.

Il trasferimento. Per evitare ulteriori stress agli ospiti, il giudice ha concesso alcuni giorni di tempo agli operatori per definire il trasferimento in altre strutture idonee del territorio, d’intesa con i familiari delle persone interessate. L’operazione, in ogni caso, dovrebbe essere portata a compimento in breve tempo.

Nel frattempo prosegue l’inchiesta sulla base degli accertamenti sviluppati dai carabinieri che potrebbero portare anche a ulteriori provvedimenti.

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