La Nuova Sardegna

Cei, piano di recupero: sì al restauro di 100 chiese in Sardegna

di Mario Girau
La nuova chiesa di San Michele Arcangelo a Olbia
La nuova chiesa di San Michele Arcangelo a Olbia

Negli ultimi cinque anni investiti oltre 18 milioni di euro nei beni culturali. Entro il 2019 ci saranno interventi per il recupero di un centinaio di edifici di culto

05 aprile 2016
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ORISTANO. Non solo preghiere e offerte, ma anche buste paga e occupazione. Dall’otto per mille alla Chiesa cattolica solo per il settore dei beni culturali negli ultimi 5 anni sono arrivati in Sardegna oltre 18 milioni di euro che hanno creato 1876 posti di lavoro. Il settore dell'edilizia di culto della Cei ha investito nell'isola quasi 48 milioni di euro che hanno aperto cantieri e creato opportunità di lavoro a 1393 muratori, manovali e tecnici per un totale di oltre 877mila giornate lavorative. Ciliegina sulla torta la realizzazione in ogni diocesi di una Casa di Dio casa per l'uomo: il segno voluto dal Papa a ricordo del giubileo della misericordia. «L'importanza del patrimonio storico-culturale e architettonico ecclesiastico, valutabile intorno all'ottanta per cento dei beni culturali dell'isola, è sotto gli occhi di tutti», ha detto ieri mattina don Francesco Tamponi, incaricato regionale della Consulta per i beni culturali ecclesiastici, durante la presentazione dell'attività degli ultimi cinque anni. «La Chiesa ha in questi anni impiegato risorse e volontà per la tutela e la valorizzazione di beni consegnati dalla fede di generazioni di credenti».

Sono due le linee di intervento previste dall'Ufficio nazionale. La prima - che finanzia impianti di sicurezza, archivi, biblioteche e musei, e il restauro di organi a canne - ha portato nell'isola oltre 10 milioni. La seconda, rivolta al restauro e al consolidamento statico e architettonico delle chiese, ha fatto arrivare quasi 8 milioni euro, cofinanziamento al 50% di quanto progettato e realizzato in Sardegna con i contributi e le offerte delle diocesi e dei fedeli. Notevole l'impegno Cei per l'edilizia di culto. Per costruire nuovi complessi parrocchiali o ristrutturarne altri la Chiesa sarda ha immesso sul mercato oltre 47 milioni di euro: il 75% proveniente dalla Cei, 25% da mutui bancari accesi dalle diocesi interessate. «Dietro l'aridità dei numeri – dice don Tamponi – si celano valori come il recupero di aree urbane e ambientali degradate, creazione di presidi, servizi e attività a favore della persona e dell'integrazione sociale». Per i prossimi tre anni, la Consulta regionale per i beni culturali sta elaborando, in stretto dialogo con la Regione, una programmazione triennale per realizzare tre progetti. Il primo, intitolato,"Sardegna in cento chiese" riguarda il recupero e restauro di un centinaio di edifici e complessi di valenza storico religiosa.

La Cei, pronta a mettere sul tavolo 10 milioni e mezzo di euro, chiede alla Regione di fare altrettanto con un Por. Il secondo progetto si chiama "Mille feste in un'isola di santi", per valorizzare le oltre 300 feste patronali che si celebrano ogni anno nell'isola. Il terzo "Casa di Dio casa per l'uomo" , come spiegato anche da monsignor Sebastiano Sanguinetti, delegato dei vescovi per i beni culturali, vuole essere in. Sardegna la risposta concreta all'invito, fatto da Papa Francesco, a individuare un segno concreto e duraturo dell'anno giubilare della Misericordia, da istituire a favore delle situazioni disagiate in ogni diocesi.

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