La Nuova Sardegna

DOPO LE INTIMDAZIONI» LA PROPOSTA

DOPO LE INTIMDAZIONI» LA PROPOSTA

ABBASANTA. L’ultima escalation di attentati li ha fatti sentire ancor più soli. I sindaci sardi ora somigliano a dei bersagli mobili. «Adesso a chi tocca? Chi sarà il prossimo?» si è chiesto Pier...

05 aprile 2016
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ABBASANTA. L’ultima escalation di attentati li ha fatti sentire ancor più soli. I sindaci sardi ora somigliano a dei bersagli mobili. «Adesso a chi tocca? Chi sarà il prossimo?» si è chiesto Pier Sandro Scano, il presidente dell’Anci, davanti alla platea di colleghi riunita ad Abbasanta. Non è una esagerazione. Perché i tre attentati in meno di una settimana hanno fatto piombare i sindaci nell’angoscia da intimidazione. L’Anci, comunque, non resta con le mani in mano. Ha infatti scritto al ministro dell’Interno Angelino Alfano e chiesto l’immediata convocazione dell’Osservaorio nazionale contro gli attentati agli amministratori. Un modo per costringere il Governo a studiare e valutare da vicino il caso Sardegna. «È utile? Non lo so, penso solo che sia l’unico strumento che abbiamo – ha detto Scano –. Il mese scorso avevamo invitato i sindaci a preparare un documento con le osservazioni di tutti da presentare al ministero. Lo stiamo ultimando. Entro pochi giorni lo consegneremo all’Osservatorio».

Sindaci soli. Il presidente dell’Anci non crede più nella solidarietà. «Ormai sono parole usurate, non riesco più a pronunciarle – confessa –. Perché qui la situazione sta diventando davvero grave. Noi sindaci non abbiamo più risorse né strumenti, non riusciamo più a dare delle risposte ai problemi dei cittadini. E in più siamo diventati bersaglio di attentati. Se continuiamo così, penso che un giorno in pochi vorranno candidarsi».

Lavoro e sicurezza. Negli ultimi giorni diversi sindaci, e pure l’opinione pubblica, si sono divisi su una questione in particolare. «Ho visto che alcuni colleghi hanno riflettuto e detto la loro. C’è chi ha chiesto maggiore sicurezza, chi più lavoro – spiega Scano –. Ma io penso che non esistano risposte assolute. Secondo me occorre un maggiore lavoro di intelligence e allo stesso tempo garantire un futuro, tramite sviluppo e posti di lavoro, soprattutto alle aree disagiate. Inoltre dobbiamo incalzare il Governo affinché liberi i Comuni da vincoli e burocrazia». Scano ha ricordato anche il fenomeno dello spopolamento. «Contribuisce ad aumentare i problemi – dice il presidente dell’Anci –. Siamo in impegnati in un percorso di studio con l’obiettivo di proporre delle soluzioni. Penso che riusciremo a concluderlo dopo le amministrative».

La provocazione di Littarru. È stato il sindaco di Desulo, Gigi Littarru, ad accendere il dibattito, qualche giorno fa, invocando una nuova «Forza Paris», cioè l’intervento dell’esercito nelle zone dove i sindaci rischiano di più. La proposta non ha trovato troppi sostenitori tra gli altri primi cittadini. «È stata una provocazione, è chiaro – spiega Littarru, anche lui uno dei tanti a ricevere pericolose intimidazioni –. Ma qui la situazione è questa: se non alzi i toni si rischia di rimanere soli e inascoltati». Insomma, anche il sindaco di Desulo punta il dito contro la latitanza dello Stato. «Non riusciamo più a parlare con i nostri cittadini – prosegue –. I miei paesani continuano a chiedermi posti di lavoro e nuovi cantieri. Ma non c’è più nulla e noi non sappiamo più che risposte dare. E al Governo non importa nulla. A chi vuole che interessino le sorti di un paesino di montagna del centro Sardegna? Noi abbiamo bisogno di lavoro, di servizi, di scuole e cultura. Ma ormai noi sindaci siamo rimasti soli, abbandonati a noi stessi». (d.b.)

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