La Nuova Sardegna

Sindacopoli, blitz di carabinieri e guardia di finanza: tra i 16 nuovi arresti anche Peru e Stochino di Forza Italia. Misure cautelari per professionisti e funzionari Anas

Sindacopoli, blitz di carabinieri e guardia di finanza: tra i 16 nuovi arresti anche Peru e Stochino di Forza Italia. Misure cautelari per professionisti e funzionari Anas

Prosegue il filone di indagini che poco meno di un anno fa aveva portato all’arresto di 21 persone e 3 obblighi di dimora a carico di numerosi amministratori locali e professionisti: oggi 5 aprile i militari della polizia tributaria di Oristano e della compagnia di Tonara hanno eseguito nel corso di una vasta operazione ulteriori provvedimenti restrittivi a carico di personaggi molto noti.  Complessivamente gli indagati salgono a 95

05 aprile 2016
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SASSARI. Militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Oristano e della compagnia dei carabinieri di Tonara, coordinati dalla procura della Repubblica di Oristano, nella prosecuzione del filone di indagini cosiddetto “Sindacopoli”, che poco meno di un anno fa aveva portato all’arresto di 21 persone e 3 obblighi di dimora a carico di numerosi amministratori locali e professionisti, oggi 5 aprile hanno eseguito nel corso di una vasta operazione ulteriori provvedimenti restrittivi a carico di esponenti di primo piano della politica regionale, funzionari Anas, imprenditori e professionisti emessi dal tribunale di Oristano.

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I due politici regionali di spicco arrestati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Oristano sono Antonello Peru e Angelo Stochino, entrambi di Forza Italia. Il primo è vice presidente del consiglio regionale, il secondo è un ex consigliere regionale. In particolare, sono state applicate misure restrittive personali nei confronti di 17 soggetti, di cui 3 in custodia cautelare in carcere, 13 agli arresti domiciliari e uno con obbligo di dimora. L’intera operazione ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 95 persone.

Le indagini si sono concentrate in particolare su alcuni politici e funzionari di enti pubblici che intrattenendo rapporti palesemente illeciti con imprenditori e professionisti avevano ideato e attuato un consolidato sistema di controllo illecito degli appalti, anche corrompendo pubblici funzionari.

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Il sistema si basava su un principio semplicissimo: “Chi porta i finanziamenti ottiene l’appalto e lo gestisce a suo piacimento e in favore dei suoi sodali”. Per rendere possibile ciò era quindi necessario il coinvolgimento di soggetti che operavano a più livelli; il primo livello era quello dei politici regionali che con le loro decisioni contribuiscono ad orientare la spesa regionale; a livello intermedio si collocava la figura di un “faccendiere” in grado di preservare l’anonimato dei politici corrotti e di organizzare le turbative d’asta attraverso le quali i finanziamenti venivano sì riversati sul “territorioma ad imprese e professionisti compiacenti.

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L’ultimo livello era rappresentato da funzionari e amministratori delle stazioni appaltanti che eseguendo le direttive dell’intermediario nella gestione dei finanziamenti ottenevano, tra l’altro, consenso popolare per il loro “impegno nei confronti della comunità”. In questo modo l’effettiva gestione degli appalti pubblici era rimessa interamente alle scelte dell’intermediario/faccendiere, che, grazie alla corruzione dei pubblici ufficiali, è statocosi in grado di controllare e indirizzare una buona parte del ciclo economico legato agli appalti pubblici della Regione Sardegna.

Questo sistema ha permesso al sodalizio investigato di pilotare gli appalti pubblici dei lotti 3 e 8 della Sassari-Olbia, aggiudicati rispettivamente per un importo di 70.775.409 euro e 57.366.243 euro, turbare le aste per l’assegnazione dei servizi tecnici di progettazione di due porticcioli turistici nell’area ogliastrina (Tertenia e Tortolì, quantificabili rispettivamente in circa 16 milioni di euro e 11 milioni di euro), nonché assegnare numerosissimi appalti minori per incarichi di progettazione di opere pubbliche e/o consulenze di varia natura.

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Per poter attuare questo sistema in relazione ai grandi appalti si è rivelato indispensabile l’intervento del politico o del funzionario pubblico compiacente il quale, di volta in volta, si è attivamente adoperato nel far nominare quei commissari di gara malleabili nel giudicare e quindi assegnare, ad imprese o soggetti amici selezionati dal professionista a capo del sodalizio criminoso, lavori per milioni di euro. L’attività investigativa, eseguita attraverso indagini tecniche, servizi di osservazioni, perquisizioni, ispezioni documentali eseguite sia su apparati informatici che cartacei, accertamenti di natura economica svolti attraverso riscontri bancari, ha permesso di individuare il sistema di pagamento delle tangenti, avvenuto sia in territorio nazionale che all’estero,attraverso modalità formalmente lecite.

 

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