La Nuova Sardegna

il grande flop

Pendolini traditi da un software in avaria. L'assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana si difende: «Non li ho comprati io»

di Dario Budroni
Il pendolino flop
Il pendolino flop

Dall'indagine della Regione emerge che a frenare la corsa dei treni super veloci sarebbero diversi fattori: dai guasti tecnici alla scarsa compatibilità con la decrepita rete ferroviaria. Ma soprattutto un problema al programma informatico dedicato alla sicurezza dei convogli

15 aprile 2016
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SASSARI. Il pendolino avanza a colpi di flop. E lui si sente costantemente sotto tiro. L’assessore ai Trasporti Massimo Deiana si toglie così qualche sassolino dalla scarpa. «Le polemiche ci stanno – dice –. Ma non mi si può accusare di aver comprato dei treni bidone. Perché questi treni non li ho comprati io. Il mio compito è stato quello di fare il diavolo a quattro per farli funzionare». Deiana, comunque, tornando indietro rifarebbe tutto. Nonostante le difficoltà e i continui disagi, lui è convinto che nel giro di poco tempo il servizio dei pendolini riuscirà a essere più efficace e a misura di passeggero. Ma prima di tutto servirà individuare la causa dei problemi. Per questo la Regione ha appena sospeso il pagamento di due fatture, del valore di 15 milioni, all’azienda che ha costruito gli otto treni, cioè la spagnola Caf. Inoltre la Regione ha istituito, insieme a Trenitalia, Rfi e la stessa Caf, una commissione d’inchiesta per fare luce sui continui malanni dei pendolini sardi.

Il giallo del software. A frenare la corsa dei treni veloci sono diversi fattori, come i guasti tecnici e la scarsa compatibilità con la decrepita rete ferroviaria. Ma dalle prime indagini della commissione è emerso anche un altro problema: il software installato sul treno, dedicato alla sicurezza del mezzo, non sempre viene riconosciuto dai sistemi informatici piazzati lungo la linea, in particolare da Oristano in su. Di conseguenza succede che le spie di sicurezza vanno in tilt, accendendosi troppo spesso e provocando l’arresto del treno.

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Fare luce. Deiana spiega il motivo dell’indagine. «Questo treno si ammala troppo, quindi abbiamo sospeso il pagamento e istituito una commissione – spiega l’assessore ai Trasporti –. Gli obiettivi sono tre: scoprire i problemi, individuare la cura e poi stabilire le responsabilità». L’indagine ha centrato il primo risultato. «I costruttori hanno individuato un problema al software – continua –. In alcuni tratti della linea manca il segnale e i sistemi non riescono a dialogare. E anche l’accensione di una sola spia non fa partire il treno, che funziona quasi come un aereo». L’assessore è comunque fiducioso. «È chiaro, non doveva capitare – afferma –. Perché i problemi della rete ferroviaria si conoscevano già da prima, i collaudi sono stati fatti. Ma le società che hanno costruito treno e software sono serie e competenti e sono convinto che riusciranno a risolvere la situazione».

Il sassolino. L’assessore risponde alle critiche che gli piovono addosso. «Il bando venne pubblicato dalla giunta che ha governato fino al 2009, poi il contratto è stato firmato da quella successiva – dice –. Non mi si può accusare di aver comprato dei treni che non funzionano. Bisognerebbe avere un po’ di pudore. Io magari ho cercato di mettere i treni in funzione, visto che erano buttati ad Arezzo. E rifarei tutto, perché sono convinto che i problemi saranno presto superati». Deiana fa un passaggio anche sulla rete ferroviaria. «I soldi erano stati dirottati sulla Sassari-Olbia – conclude –. E io sono comunque riuscito a recuperare 20 milioni per intervenire sulla rete, da Oristano verso il nord. Presto la linea sarà migliorata».

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