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Manca, Pd: non è democrazia Piredda: epurazioni da brivido

Manca, Pd: non è democrazia Piredda: epurazioni da brivido

SASSARI. C’è chi lo difende a spada tratta e chi punta il dito contro un sistema politico che assomiglia a una dittatura. Non ci sono mezze misure nelle reazioni sulla vicenda Wheeler-Conticelli. Il...

17 aprile 2016
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SASSARI. C’è chi lo difende a spada tratta e chi punta il dito contro un sistema politico che assomiglia a una dittatura. Non ci sono mezze misure nelle reazioni sulla vicenda Wheeler-Conticelli. Il file audio agita il web e crea una spaccatura netta tra favorevoli e contrari. Con diversi esponenti grillini che difendono la scelta del sindaco di Porto Torres e dicono che la Conticelli conosceva le regole e a queste doveva adeguarsi. Ma quali regole, domandano i non grillini? Esiste una regola per cui non puoi avere un compagno giornalista?

La politica resta in silenzio. Pochissimi i commenti sulla vicenda da parte di esponenti di altri partiti. Tra i pochissimi a prendere posizione c’è Gavino Manca, consigliere regionale del Pd. Per niente tenero nei confronti di Sean Wheeler. «Non riesco a crederci: e questo sarebbe il partito della democrazia? Se è davvero accaduto quello che leggo – dice Gavino Manca – non riesco proprio a concepire come un sindaco possa rivolgere espressioni così pesanti e offensive all’ex capogruppo del suo stesso movimento, una giovane donna alla quale avrebbe intimato di scegliere tra gli affetti personali e il consiglio comunale. Il sindaco – aggiunge il consigliere regionale sassarese – deve assumersi le sue responsabilità e rendere conto ai portotorresi del suo comportamento. Da questa vicenda emergono i soliti e pesanti limiti del M5S, che usa confrontarsi con gli avversari facendo ricorso a insulti e attacchi personali». Per poi passare alle espulsioni, dice Ornella Piredda. L’ex funzionaria del consiglio regionale che con le sue rivelazioni fece partire la clamorosa inchiesta sui fondi dei gruppi consiliari, parla di «epurazioni da brivido». La Piredda, che ha lasciato i grillini dopo la “cacciata” delle tre dissidenti ad Assemini, si domanda polemicamente «come la gente possa ancora credere nel Movimento». (si. sa.)

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