La Nuova Sardegna

Allarme attentati, tutti i Comuni della Sardegna sorvegliati da telecamere

di Dario Budroni
Allarme attentati, tutti i Comuni della Sardegna sorvegliati da telecamere

La richiesta sarà portata dai sindaci all’incontro previsto con il ministro Angelino Alfano

19 aprile 2016
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ABBASANTA. Maneggiare diavolina e taniche di benzina diventerà più complicato. Gli attentatori potrebbero finire dritti nella scheda di memoria di una telecamera. Perché entro il prossimo anno a vigilare su 80 Comuni, più sei Unioni, sarà un impianto di videosorveglianza pagato dalla Regione. Ma ai sindaci sardi, da tempo finiti nel mirino delle intimidazioni, ancora non basta. Secondo loro le telecamere dovrebbero essere installate in tutti e 377 Comuni. Per questo oggi (19 aprile) busseranno direttamente alla porta di Angelino Alfano. Il presidente dell’Anci Sardegna Piersandro Scano parteciperà alla riunione straordinaria dell’Osservatorio nazionale contro le intimidazioni. Presenterà un documento a nome di tutti i sindaci sardi e al Governo chiederà un maggiore impegno per garantire la sicurezza degli amministratori. Ma chiederà anche di sostenere la Regione, che ha già stanziato oltre 7 milioni, nell’ampliamento della rete di videosorveglianza.

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I cinque punti dell’Anci. I sindaci sardi, dopo la preoccupante escalation di attentati, si sono incontrati per scambiarsi idee e proposte. Poi hanno preparato un documento che oggi Piersandro Scano presenterà al ministro dell’Interno Alfano. Ovviamente i sindaci chiedono allo Stato di combattere il malessere sociale tramite politiche di sviluppo, sia dal punto di vista occupazionale che culturale. Ma l’Anci propone anche un pacchetto di misure operative, che sono in tutto cinque. Al primo posto, dunque, la videosorveglianza in tutti i Comuni. Poi i sindaci sardi pretendono il potenziamento dell’attività di intelligence, visto che raramente gli autori degli attentati vengono assicurati alla giustizia. Inoltre l’Anci chiede anche la difesa, il mantenimento e il ripristino dei presidi territoriali dello Stato, poi auspica una maggiore integrazione tra le forze dell’ordine e le comunità locali. Infine propone l’inasprimento delle pene per chiunque commetta reati contro gli amministratori locali.

I primi impianti. Ieri ad Abbasanta il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha incontrato i sindaci sardi. Con lui anche l’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro. I due hanno illustrato le mosse della Regione, che ha messo in campo 7 milioni e 150mila euro per realizzare un sistema di videosorveglianza in 80 Comuni e sei Unioni. «Sarà tolleranza zero – ha detto Pigliaru –. Disporre di una rete di videosorveglianza significa avere maggiore sicurezza. Non è la soluzione, ma è sicuramente un valido deterrente per chi intende commettere atti criminali».

Più telecamere per tutti. Ma i sindaci, come messo in chiaro fin da subito dal presidente Anci Piersandro Scano, sognano un impianto in ogni Comune. Oggi lo ribadiranno anche ad Alfano. «È una proposta in cui crediamo fortemente – ha spiegato Scano –. Al ministero dell’Interno chiederemo di fare la sua parte». Nel frattempo i sindaci trovano pieno sostegno da parte della Regione. «Per un progetto di questo genere servono almeno 30 milioni. Quindi dobbiamo rimboccarci le maniche – ha affermato sicuro Pigliaru –. Noi siamo pronti a trovare i fondi e a parlarne con il Governo. Perché lo Stato deve fare la sua parte». Sia i sindaci che Pigliaru, comunque, hanno ribadito che avere città e paesi disseminati di telecamere non è una strategia pensata soltanto per gli amministratori. «Mi riferisco per esempio al vandalismo – ha spiegato Scano –. Purtroppo le vie e le piazze dei nostri paesi sono spesso prese di mira da piccole minoranze, molte volte ragazzi giovanissimi. Le telecamere non sorveglieranno solo noi, ma i tutti i cittadini».

I sindaci colpiti. All’assemblea di Abbasanta non sono mancati alcuni dei sindaci vittime di attentati e intimidazioni. Gigi Littarru, primo cittadino di Desulo, ha apprezzato il progetto della videosorveglianza. «Sì, il progetto mi convince – ha detto –. Propongo però che si faccia un’unica gara in tutta l’isola. Così ogni centro avrà lo stesso tipo di sistema». Presente anche Nannino Marteddu, sindaco di Orotelli, a cui sono state carbonizzate le auto neanche tre settimane fa. «Secondo me per fermare gli attentati serve un servizio continuo, 24 ore su 24 – ha spiegato –. Però voglio ricordare che i Comuni non hanno il personale da impiegare nel monitoraggio e che nelle caserme dei carabinieri, di notte, molto spesso non c’è nessuno». Il presidente dell’Anci Piersandro Scano si muoverà di conseguenza. «È una denuncia giusta – ha detto – Infatti proporremo una gestione della rete di videosorveglianza coordinata in tutta l’isola. I Comuni più grandi non avrebbero troppi problemi, ma effettivamente quelli più piccoli non hanno abbastanza personale».

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