La Nuova Sardegna

Viabilità al collasso nel nord della Sardegna

di Luca Rojch
Viabilità al collasso nel nord della Sardegna

Lo slalom impossibile tra cantieri e corsie chiuse. Sassari-Olbia simbolo dell’inefficienza. Interventi a rilento anche sulla Carlo Felice: e le Province non hanno più soldi

22 aprile 2016
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SASSARI. Nell’era dell’immagine basta un cartello. Inutile pensare a una soluzione per strade che somigliano a tratturi, con ponti che cedono, chilometri di carreggiata bloccati da frane, lavori infiniti. Perché investire milioni di euro per riparare le strade? Molto meglio abbassare la velocità massima o indicare una strada alternativa.

Tutti a 30. Le Province rimaste senza soldi sono state le prime a inaugurare la geniale idea. Davanti a voragini e crolli è bastato spendere qualche centinaio di euro per mettere in ogni strada un nuovo limite di velocità, da 90 a 50, a 30. In una discesa verso l’involuzione dei trasporti. Pazienza se su quelle strade si rischia la vita e nessuno rispetti limiti quasi ridicoli. Ma il genio contagia e l’immobilismo ha fatto presa un po’ su tutte le istituzioni. I cartelli si moltiplicano, le strade bombardate pure.

Isolati. C’è un nuovo gap che diventa sempre più evidente, l’isolamento interno. L’impossibilità di muoversi anche all’interno della Sardegna. Chi si deve spostare nel centro-nord dell’isola è condannato a una forma di slalom tra strade interrotte e cantieri infiniti. La spending rewiev si è trasformata in un disservizio cronico, in un’assefuazione al dissesto. La 131 che collega Olbia e Nuoro a Cagliari è interrotta da dieci giorni per lavori in corso. Come fosse una via di campagna e non la dorsale che unisce il centro nord della Sardegna con il sud. Il traffico viene deviato nella Nuoro-Macomer, a due corsie, più o meno come dirottare una mandria di bufali dentro il bagno di un monolocale. Non basta perché a chiudere è anche la strada che collega il Nuorese e l’Ogliastra. Sarà solo per un giorno. Forse. Ma gli automobilisti dovranno farsene una ragione.

In questa normalizzazione dello stato di emergenza ci si trova a guidare in mezzo a una Sardegna dissestata in cui un incidente riesce a spezzare l’isola in due per ore, come è accaduto per lo schianto mortale sulla Nuoro-Macomer.

Il piano inclinato. La Regione prova a cambiare la strana pendenza che porta tutti i servizi migliori verso sud. Basta percorrere la 131per scoprire come sia una strada a due velocità. Da Abbasanta a Cagliari un comodo, sicuro e largo tappeto a quattro corsie. Da Abbasanta a Sassari una pericolosa collezione di buche, restringimenti e lavori interrotti.

Cantieri infiniti. Ma non ci sono solo strade dissestate, l’isola è disseminata di cantieri infiniti. Strade promesse. Il simbolo è la Sassari-Olbia, la dorsale che dovrebbe unire nord est e nord ovest. Per ora un insieme di cantieri. Una strada che deve fare lo slalom tra imprese fallite, altre finite nei guai per infiltrazioni mafiose, poi tangenti, galline prataiole, burocrazia. Così la fine prevista per l’inizio del 2016 è slittata al 2018. Ma sembra già grondare ottimismo, visto che in due lotti non si è mai vista neanche una ruspa e l’avanzamento dei lavori è fermo a un imbarazzante zero per cento. Il resto della strada per ora è un cantiere infinito. Una sorta di trappola mortale per automobilisti.

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