La Nuova Sardegna

CAGLIARI. «Non mi aspettavo questa sentenza, mi aspettavo di essere assolto, credo sia una sentenza ingiusta»: sono le prime parole pronunciate da Renato Soru dopo la lettura del dispositivo da parte del giudice Sandra Lepore. «Non credo di aver commesso reati - ha ribadito il fondatore di Tiscali - spero che la decisione venga ribaltata nelle altre fasi del processo. Adesso ho bisogno di andare a casa e stare solo, perché questo è un momento molto grave della mia vita». Solo un accenno alle ipotesi di dimissioni («sto valutando anche questo») che verranno comunicate neppure due ore più tardi. Pochi minuti dopo lo scambio di battute coi cronisti, Soru ha attraversato a grandi passi il corridoio del tribunale, al primo piano del palazzo di giustizia, ed è uscito su piazza Repubblica scuro in volto per chiudersi nel silenzio di una giornata indimenticabile.

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Per il collegio di difesa - Roberto Zannotti e Giuseppe Macciotta - si tratta di «una pronuncia singolare che ha ravvisato la responsabilità penale per fatti che gli stessi uffici finanziari avevano interpretato in modo diverso ritenendoli insussistenti». In una nota diffusa attraverso le agenzie di stampa i legali insistono: «La sentenza si riferisce ai reati di omessa dichiarazione contestati alla società Andalas Ltd - spiegano i legali - rispetto ai quali, alla luce dei rigorosi accertamenti esperiti, era stato acclarato come nessun obbligo di dichiarazione fosse stato violato». E i legali rincarano la dose: «In questa vicenda non esistono concetti come triangolazioni, scatole cinesi e società dormienti intese come strumenti per evadere. La Andalas, infatti, sempre alla luce del sole, non aveva posto in essere alcuna operazione di qualsivoglia natura, diversa dalla mera intestazione ad essa della partecipazione in Tiscali, circostanza questa del tutto trasparente e peraltro oggetto di comunicazione periodica alla Consob».

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Il collegio difensivo si concentra inoltre sui capi di imputazione relativi al 2009: «Risulta del tutto inspiegabile la responsabilità di Soru in relazione alla presunta infedeltà della dichiarazione concernente il 2009 - sottolineano Macciotta e Zannotti - in tale periodo infatti le disponibilità di Andalas sono state impiegate da Soru per partecipare all'aumento di capitale effettuato da Tiscali senza che da tale operazione si generasse un reddito imponibile suscettibile di dichiarazione». I soldi insomma non sono tornati sul conto di Andalas, ma sono serviti per rimpolpare il capitale di Tiscali. Diversa la destinazione degli interessi maturati sulla somma: quelli sono andati su un conto Unicredit nelle disponibilità di Soru. I legali attendono di studiare la motivazione della sentenza.

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Il 28 giugno Soru dovrà presentarsi davanti al gup Giampaolo Casula per rispondere di false comunicazioni sociali insieme ad altri manager di Tiscali: il procedimento riguarda la cessione di due rami d’azienda da Tiscali Spa a Tiscali Italia e Tiscali Services srl. L’operazione avrebbe generato una plusvalenza di 162 milioni di euro inserita nel bilancio 2005. Questa plusvalenza avrebbe avuto la capacità di influenzare l’andamento del titolo in borsa. Da qui le contestazioni.