La Nuova Sardegna

Piras (SI): indennizzi per i docenti sardi

Piras (SI): indennizzi per i docenti sardi

Il deputato sul concorso a Frosinone: costi elevati e problemi logistici. Uds: boicottiamo le Invalsi

07 maggio 2016
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SASSARI. Da Frosinone a Nuoro in 18 ore: è il tempo che ci impiegano gli insegnanti sardi che devono prendere parte al concorso scuola. La denuncia arriva dal deputato di Sinistra Italiana, Michele Piras, che sull’argomento ha presentato una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. «Il trattamento riservato ai docenti sardi che stanno partecipando al concorso di abilitazione all'insegnamento è assolutamente scandaloso e presenta i tratti di una palese discriminazione – attacca Piras –. Ci troviamo di fronte - vale per tutti - a una prova selettiva quantomeno singolare, imposta a persone pluriqualificate. Mancava solo che ai docenti sardi si imponesse un concorso dislocato geograficamente in mezzo Paese, generando costi esorbitanti per i concorrenti, problemi logistici assurdi, condizioni di difficoltà persino nella gestione familiare. Viene richiesto ai concorsisti di essere il 18 maggio alle 14 a Frosinone e il giorno dopo alle 8 a Nuoro: un quadro penoso, costruito da chi nemmeno conosce il Paese, le distanze, le condizioni del trasporto pubblico». Il deputato nuorese attacca Renzi e Giannini chiede per i docenti sardi «almeno un indennizzo economico per il costo sostenuto, come gesto minimo di riconoscimento delle maggiori difficoltà sopportate da chi si muove dall'isola».

Intanto, sono in stato di agitazione gli studenti. Ieri anche l’Uds sarda ha indetto una assemblea straordinaria in cui ha deciso il boicottaggio dei test Invalsi che saranno somministrati nelle classi seconde delle superiori il 12 maggio. «Questi test non sono obbligatori per gli studenti ma spesso vengono imposti con la minaccia della valutazione come compiti in classe veri e propri – attacca Francesco Ara, coordinatore regionale dell’Unione degli studenti della Sardegna –. Sono dannosi e creano e discriminazioni. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test. Per questo – conclude – proponiamo modelli di valutazione narrativa, ossia una descrizione che motivi il voto per aiutarci a comprendere cosa migliorare nelle singole materie, ed una nuova valutazione di sistema campionaria, indipendente e partecipata». Il 12 maggio l’Uds boicotterà le Invalsi scrivendo «Studenti non numeri» sulle prove, leggendo dei libri durante la somministrazione della prova.

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