La Nuova Sardegna

agenzia del lavoro/unali (prc) dice no

Il Consiglio viaggia compatto: a passo svelto verso l’Aspal

Il Consiglio viaggia compatto: a passo svelto verso l’Aspal

CAGLIARI. La riforma dell’Agenzia del lavoro e del lavoro in generale va come un treno. In appena un pomeriggio, il Consiglio regionale ha licenziato e quasi sempre all’unanimità ben oltre metà...

11 maggio 2016
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CAGLIARI. La riforma dell’Agenzia del lavoro e del lavoro in generale va come un treno. In appena un pomeriggio, il Consiglio regionale ha licenziato e quasi sempre all’unanimità ben oltre metà della legge: 34 articoli su 45. A parte qualche schermaglia, maggioranza e opposizione hanno deciso e scelto di camminare a braccetto. È la prima volta che accade in questa tormentata legislatura, ma il patto di ferro siglato in commissione fra il presidente Gavino Manca (Pd) e Ignazio Locci (Fi) finora ha retto alla prova dell’aula. Certo, dev’essere ancora discusso il vero nodo, è la stabilizzazione degli ex precari dei Centri del lavoro nella nuova agenzia Aspal, ma ormai non ci sono più dubbi: la riforma sarà approvata entro oggi, o al massimo domani. Non solo perché c’è l’accordo bipartisan, con le Comunali fra meno di un mese, nelle prossime due settimane il Consiglio regionale si concederà una lunga pausa per la campagna elettorale.

Voce contro. C’è comunque chi col coro non vuole avere nulla che fare. È Alessandro Unali di Sinistra sarda-Rifondazione comunista. Dai banchi della maggioranza di centrosinistra, ha annunciato sin da subito che si asterrà. In aula, ha spiegato perché. «Il Jobs act ha profondamente cambiato, in peggio, il diritto del lavoro fino a smantellare lo Statuto dei lavoratori. E io non posso votare – ha aggiunto – una legge regionale che di fatto è il prolungamento del Jobs act nazionale». Secondo Unali, «alla fine il cosiddetto collocamento pubblico e le sue varianti, saranno di fatte accentrate con l’esclusione dei territori dalle politiche del lavoro e questo sarà l’ennesimo danno provocato da una riforma capestro imposta con arroganza dal governo Renzi». A favore della nuova Agenzia si è schierata invece la Uil: «Sta per cominciare una nuova era», il commento. (ua)

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