La Nuova Sardegna

la sentenza. È un richiamo a discriminazione e intolleranza

La Cassazione conferma: il saluto fascista è un reato

ROMA. Fare il “saluto romano”, o “saluto fascista” che dir si voglia, continua ad essere un reato in base alla legge Mancino – nonostante ci sia qualcuno che lo ritiene un atto neutro, specie se non...

18 maggio 2016
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ROMA. Fare il “saluto romano”, o “saluto fascista” che dir si voglia, continua ad essere un reato in base alla legge Mancino – nonostante ci sia qualcuno che lo ritiene un atto neutro, specie se non accompagnato da atti di violenza - perché si richiama «all'ideologia fascista e a valori politici di discriminazione razziale e di intolleranza». Lo sottolinea la Cassazione confermando la colpevolezza di sette ultrà friulani, prosciolti tuttavia per prescrizione: allo stadio di Udine, dove il 10 settembre 2008 si svolgeva la partita Italia-Georgia, dagli spalti avevano fatto il saluto fascista per tutta la durata dell'inno nazionale italiano e la Digos li aveva identificati. Due di loro erano già sottoposti a Daspo. Per essere punito, questo gesto, spiega la Cassazione nel verdetto 20450, «non richiede che le manifestazioni siano caratterizzate da elementi di violenza», perché la legge Mancino - n.122 del 1993 - svolge «una funzione di tutela preventiva» e fare il saluto romano «di per sè» è giustificativo della condanna. La prescrizione ha cancellato multe e condanne.

Sull’argomento interviene Emanuele Fiano, deputato Pd: «In tempi in cui i partiti di destra sono disposti ad allearsi con i gruppuscoli neofascisti pur di raccattare voti, è importante il principio confermato dalla Cassazione oggi: il saluto romano è un reato perché si richiama all'ideologia fascista. Noi speriamo che sentenze come questa divengano patrimonio di tutti, e ci permettano di approvare rapidamente la legge che ho presentato a nome del Pd sull'introduzione del reato di apologia».

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