La Nuova Sardegna

Cinquemila in piazza

di Stefano Ambu
Cinquemila in piazza

Pubblico impiego: la protesta dei lavoratori senza contratto

20 maggio 2016
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CAGLIARI. Uno strano tricolore. Tre croci, una verde, una bianca e una rossa, con le scritte dignità, lavoro e contratto. Le hanno portate in corteo tre dei circa cinquemila, arrivati a Cagliari da tutta la Sardegna per la grande protesta dei dipendenti pubblici dell'isola contro il Governo. Uno sciopero che ha rallentato ieri la normale vita di uffici e ospedali (garantite comunque le urgenze e i servizi essenziali). Si è fermato – secondo i primi dati raccolti dai sindacati – almeno il 50% per cento dei lavoratori. Un settore – quello dell'impiego pubblico – che coinvolge circa sessantamila persone: è la più grande azienda dell'isola. Nel mirino il contratto fermo da sette anni. Ma non è solo una questione di soldi in più o in meno. Anche quello, senz'altro. Ma di mezzo ci sono le scelte del Governo sui servizi. Che, hanno spiegato Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, andrebbero rinforzati, non tagliati. Nel mirino c'è Roma, interlocutore principale per lo sblocco dello stallo. Sul palco allestito dagli organizzatori anche Rossana Dettori, segretario nazionale di Fp Cgil e il segretario nazionale di Uilpa Gerardo Romano. Un malessere che è pronto a diventare qualcosa di più grande. Una mobilitazione totale dei lavoratori sardi, ad esempio. «Lo sciopero di domani (oggi ndr) del mondo della scuola e del 26 maggio a Sassari – ha annunciato il segretario regionale della Cisl Oriana Putzolu – sono il preludio di uno sciopero generale della Sardegna. Questa Giunta- ha aggiunto Putzolu – non ha ancora affrontato il tema della riforma della Regione, vero male del mancato sviluppo dell'isola, senza la quale neppure la riforma degli enti locali può produrre i suoi effetti». «Diciamo basta alle riforme delle istituzioni e dei servizi calate dall'alto – ha detto il segretario regionale di Cgil Michele Carrus – da Roma come da Cagliari». All'attacco anche Francesca Ticca, Uil. «Importante mettere al centro le persone – ha detto – mentre oggi la politica privilegia la finanza. Sottovalutando i servizi». In prima fila anche i segretari regionali di settore: Nino Cois, Cgil, Davide Paderi, Cisl e Fulvia Murru, Uil. Tutta la Sardegna coinvolta. Il gruppo Cisl di Sassari capitanato da Antonio Monni, segretario funzione pubblica, è partito da piazzale Segni alle 7. Tutti sul pullman: a bordo oltre centocinquanta lavoratori con la maglietta bianca. Sul petto la scritta che spiega in quattro parole perché hanno affrontato il viaggio e sono arrivati in piazza del Carmine a Cagliari. "Ajo, frimma su contrattu". PNel capoluogo sono arrivati diciotto pullman. Hanno sfilato davanti al porto per poi radunarsi di nuovo davanti al consiglio regionale tra gli altri anche i lavoratori della sanità pubblica e privata (compresi quelli dell'Aias), cooperative sociali, asili nido. Bandiere e bandieroni (quella più grande mixava i vessilli di Cgil, Cisl e Uil e i quattro mori), fischietti e slogan di protesta.

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