La Nuova Sardegna

Depressi, fumatori e con pochi figli: ecco i sardi secondo il report sulla salute

di Silvia Sanna
Depressi, fumatori e con pochi figli: ecco i sardi secondo il report sulla salute

L'Osservatorio nazionale restituisce una fotografia impietosa sugli abitanti dell'isola: tasso di fecondità più basso d'Italia, crescità della spesa sanitaria e in ospedale tempi d'attesa troppo lunghi

24 maggio 2016
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SASSARI. I sardi sono più magri ma anche più depressi. Forse perché fumano di più o forse perché fanno meno figli. Per curarsi spendono di più rispetto alla media nazionale: più di 300 euro di differenza all’anno il costo pro capite della spesa sanitaria. Lo spaccato che viene fuori dal report dell’Osservatorio nazionale salute, che ha fatto una radiografia dell’Italia, è quello di un’isola in cui la macchina sanitaria arranca. Ma anche per colpa di vizi e cattive abitudini.

Culle vuote. È il dato più preoccupante: il tasso di fecondità nell’isola è il più basso in Italia. La media è 1,1 figli per donna, a fronte dell’1,39 nazionale che pure evidenzia un crollo diffuso e allarmante delle nascite. La Sardegna sta molto al di sotto del tasso di sostituzione, fissato al 2,1 figli per donna, che garantirebbe il ricambio generazionale. Il report evidenzia nell’isola un andamento assolutamente anomalo rispetto al resto d’Italia: in particolare in Sardegna non c’è stata nel periodo 2002-2010 la ripresa delle nascite che invece ha risollevato i numeri nel resto d’Italia. Complessivamente il tasso di fecondità dal 2002 al 2015 è aumentato del 7,8%, a livello nazionale del 9,4.

Lunga vita. Le donne sarde vivono più a lungo degli uomini: la speranza di vita è 85 anni a fronte di 79,7 anni. Il dato femminile è superiore anche a quello medio nazionale (84,7 anni) mentre gli uomini sardi hanno un’aspettativa di vita leggermente inferiore rispetto al resto d’Italia (80,1 anni). Ma il dato confortante è la crescita costante nell’isola negli ultimi anni, con il divario tra uomini e donne che tende ad assottigliarsi. Per quanto riguarda la mortalità, muoiono di più gli uomini: 105,8 su 10mila a fronte di 63,7 su 10mila donne. Con un altro dato interessante: nel 2015, in rapporto al numero degli abitanti, il tasso di mortalità nell’isola è stato inferiore alla media nazionale.

Farmaci e ospedali. L’altro record sardo riguarda la spesa sanitaria procapite: secondo il report ammonta a 2041 euro all’anno, a livello nazionale l’importo medio è invece 1817. Altra curiosità: i sardi consumano più antidepressivi. Il rapporto è di 44 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti, a fronte di 39/1000 a livello nazionale. Terzo dato che non fa sorridere: i tempi d’attesa per un intervento chirurgico in seguito alla frattura del femore sono più alti anche se il paziente ha più di 65 anni. Solo il 41,4% finisce sotto i ferri entro due giorni dal ricovero in ospedale, nel resto d’Italia la percentuale sale sino alla media del 54,9%.

Vizi e sport. I sardi sono un popolo di fumatori. La percentuale è leggermente più alta rispetto alla media nazionale: non resiste alle bionde il 20,1% delle persone con più di 14 anni. Per fortuna il dato è in diminuzione (-5,2 dal 2007 al 2014) e per fortuna i sardi sono più sportivi rispetto alla media nazionale. Sarà grazie a questo che mantengono la linea: solo il 32,6% è in sovrappeso mentre la percentuale degli obesi over 18 è del 9,5% a fronte del 10,2% nazionale.

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