La Nuova Sardegna

Le acque della Sardegna disseminate di relitti

Le acque della Sardegna disseminate di relitti

Tesori sommersi: navi romane, aerei militari, navi da guerra. Negli anni ne sono stati individuati tantissimi, molti dei quali in Gallura e soprattutto nelle agitatissime Bocche di Bonifacio

24 maggio 2016
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OLBIA. L'isola è circondata da tesori. Relitti di ogni epoca che per un motivo o per l'altro sono finiti sul fondo del mare. Navi romane, aerei militari, navi da guerra. Negli anni ne sono stati individuati tantissimi, molti dei quali in Gallura e soprattutto nelle agitatissime Bocche di Bonifacio. Da poco è stato ritrovato il posamine francese Cassini. Vicino l'isola di Molara la motonave Mamma Elvira. Nel 2012 nel golfo dell'Asinara è stata individuata la corazzata Roma. E poi ancora una nave di epoca imperiale poco distante da Santa Teresa, lo scorso anno, e nel 2014 il Tripoli, al largo di Capo Figari.

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Caccia al tesoro. Nei fondali della Gallura ci sono diversi relitti che ancora non sono stati ritrovati. «Sì, qualcosa ancora c'è. Probabilmente un aereo, un sommergibile e un paio di navi – spiega Corrado Azzali dell'Orso diving club, che nel 2014 ha ritrovato il Cassini –. Più difficile trovare le navi romane o medievali, visto che erano fatte di legno. Poi servirebbero comunque strumentazioni piuttosto costose, come un ecoscandaglio a scansione laterale».

Turismo attivo. C'è chi va a caccia di relitti. Ma c'è anche chi si accontenta di uniche e indimenticabili immersioni tra gli scheletri di acciaio inghiottiti dal mare. L'Orso diving club di Poltu Quatu, fondato da Corrado Azzali nel 1987, da qualche tempo porta a spasso i turisti per i fondali del nord Sardegna. «Parliamo di subacquea tecnica, che non tutti possono praticare – spiega Corrado Azzali –. Il nostro mare è ricco di relitti e nel mondo ci sono tanti appassionati. Arrivano dalla Germania, dall'Inghilterra, dalla Repubblica Ceca. Sbarcano in Sardegna e noi li portiamo a vedere i relitti». Turisti facoltosi, disposti a spendere qualsiasi cifra pur di vedere i resti di una nave dal vetro della maschera.

«Per questo tipo di immersioni sono richieste attrezzature specifiche e molto costose – continua Azzali –. Per noi è anche un modo per destagionalizzare. Le immersioni si possono svolgere tutto l'anno. A quelle profondità la temperatura dell'acqua è sempre la stessa». Dall'Orso diving club di Poltu Quatu di possono raggiungere tanti relitti. Pezzi di storia custoditi dal mare, come la nave cisterna tedesca Nautilus, l'aereo Giant Messerschmitt 323, poi il caccia Santa, il posamine Cassini, il dragamine inglese Cromaty e il cacciatorpediniere italiano Antonio Da Noli. (d.b.)

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