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Fondi ai gruppi: ecco le spese allegre dei consiglieri regionali

Fondi ai gruppi: ecco le spese allegre dei consiglieri regionali

Amadu ha comprato 18mila euro di francobolli. Marracini si è fatto restituire un euro di ticket del bus

31 maggio 2016
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CAGLIARI. Gli ultimi cinque consiglieri regionali passati al setaccio giudiziario del tribunale hanno qualcosa in comune: tra il 2004 e il 2009, in periodi diversi, spendevano soldi pubblici senza alcuna giustificazione. Sergio Marracini - a detta del pm Marco Cocco - viaggiava molto a spese del gruppo ed è arrivato a ottenere il rimborso di un biglietto dell’Atac di Roma: un euro. Nei suoi conti, confusi come quelli degli altri ma ricostruiti dalle sezioni di polizia giudiziaria di Carabinieri e Guardia di Finanza, trasferte e hotel di lusso, anche a Capodanno, sempre in coppia con qualcuno, fra incontri conviviali e aiuti finanziari all’Udeur, il suo partito d’allora. Compaiono a carico di Marracini anche spese e incontri elettorali, pranzi per centinaia di persone, persino l’acquisto di una videocamera di cui non s’è trovata traccia.

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La contestazioni complessiva è di 36 mila euro. Complicata, per il pm, anche la posizione di Salvatore Amadu: la Procura gli chiede conto di 18.500 euro che il politico sassarese ha cercato di giustificare soprattutto con l’acquisto di francobolli. Il pm Cocco ha fatto qualche conto: «Si tratterebbe di 4795 francobolli, venti lettere al giorno comprese domeniche e festivi». Pesa sul suo capo anche la testimonianza, per il pm pilotata, di un collaboratore e «la mancanza totale di giustificazioni delle spese». Raimondo Ibba ha restituito al consiglio regionale i 135 mila euro ricevuti in assegni mensili e spesi senza alcun rendiconto. Secondo il pm Cocco «nessuna delle spese indicate per giustificare l’uso dei fondi può essere considerata legittima» e la scelta di restituire il denaro contestato «sembra - per il pm - un modo per limitare i danni».

Giommaria Uggias deve rispondere di peculato per via dei 32.500 euro spesi tra il 2008 e il 2009 e restituiti all’avvio del dibattimento. L’avvocato olbiese li ha giustificati con cancelleria, carburante, gestione dell’ufficio politico, telefonia, incontri, acquisto di quotidiani e riviste, collaboratori. Ma per il pm Cocco «il quadro probatorio a suo carico era solidamente definito già alla conclusione della fase istruttoria, senza alcun dubbio». Fra gli addebiti una fattura della tipografia La Nebbiolina di Olbia pagata il 23 marzo 2009, cinque giorni dopo la fine della legislatura. Ancora: spese elettorali, tra santini e manifesti, che nulla avevano a che fare con i fondi del gruppo regionale. Compare anche un rimborso a una collaboratrice per un viaggio a Roma, dove si teneva una lectio magistralis di Eugenio Scalfari: «Che attinenza aveva - ha chiesto il pm - quella spesa con l’attività politico-istituzionale?».

Pierangelo Masia - somma contestata 78922 euro, interamente restituita - per il pm è incastrato alle accuse «dagli stessi documenti prodotti a propria difesa» dove emerge come «nessuna delle spese documentate si possa dire attinente con l’attività istituzionale». Masia, per il pm «non fa alcuna distinzione tra attività politica personale e attività del gruppo». Tant’è che concede coi soldi del consiglio regionale contributi alla sezione socialista di Ozieri e alla sezione di Ossi, va a Montecatini terme a luglio del 2008 insieme a un’altra persona. Secondo il pm Cocco «non ci sono dubbi sulla sussistenza del dolo proprio perché la sua contabilità è la più dettagliata tra quelle esaminate ed evidenzia come non ci fosse, per Masia, distinzione tra spese personali e pubbliche».

Il 13 giugno parla la parte civile, a seguire le difese. La sentenza potrebbe arrivare nella prima decade di luglio. (m.l)

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