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La rivolta dei sindaci parte dall’oristanese

La rivolta dei sindaci parte dall’oristanese

ARCIDANO. È stato il primo a mettere nero su bianco le ragioni della protesta. Emanuale Cera, sindaco di San Nicolò Arcidano, è stato il più veloce a prendere posizione al fianco di Adiconsum contro...

03 giugno 2016
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ARCIDANO. È stato il primo a mettere nero su bianco le ragioni della protesta. Emanuale Cera, sindaco di San Nicolò Arcidano, è stato il più veloce a prendere posizione al fianco di Adiconsum contro Abbanoa e contro il suo conguaglio regolatore.

Per farlo ha scritto una nota ufficiale, che ha indirizzato anche al prefetto di Oristano, in cui lamenta la difficoltà delle famiglie e annuncia che la sua amministrazione non provvederà al pagamento del conguaglio per le utenze comunali. Una fuga in avanti che ha scaldato il fonte del no e che è stata subito rilanciata da Adiconsum attraverso il profilo Facebook ufficiale dell’associazione: “Ottimo, tutti i sindaci dovrebbero seguire l'esempio del sindaco di San Nicolò d'Arcidano”, hanno scritto.

Emanuele Cera, però, ha raccontato la sua scelta come se fosse quasi l’unica decisione possibile: «Il nostro comune ha ricevuto un conguaglio regolatore da seimila euro e la verità è che non abbiamo i soldi per pagarlo. Siamo riusciti a chiudere il bilancio facendo salti mortali e non saprei davvero da dove tirare fuori quei soldi».

La genesi della protesta è quindi molto più pratica di quanto si possa pensare. Ma c’è anche altro e il sindaco non ha alcun problema a raccontare quello che vede e quello che gli viene riferito dai suoi concittadini: «La gente è imbestialita con Abbanoa. È la verità e io non ci posso fare nulla. Purtroppo, soprattutto in questa zona, molte famiglie hanno difficoltà ad arrivare a fine mese e questa del conguaglio è una mazzata». Anche perché i 151 euro annunciati da Abbanoa sono il frutto di una media matematica ma il totale nei singoli casi può essere molto più altro: «Fino a seicento euro, per quanto ho sentito in questi giorni. Io stesso ne ho ricevuto uno da trecento. Non sono spiccioli e la possibilità di rateizzare il pagamento non risolve il problema», dice ancora il sindaco.

Una somme di problemi economici che, aggiunti alle lamentele dei cittadini, hanno convinto Cera ad esporre il suo comune: «Ho dato indicazione agli uffici di sospendere i pagamenti. Non posso certo permettermi di invitare i cittadini a non pagare ma ho fatto e farò tutto quello che in mio potere per sottolineare che questi conguagli non sono chiari, non ci piacciono e non posso essere accettati, nella forma e nella sostanza».

Una scelta che, comunque, potrebbe avere conseguenze pensantissime per il comune del Campidano: «Pagheremo solo quando un tribunale deciderà che si tratta di una richiesta regolare che deve essere soddisfatta, fino ad allora non sborseremo un euro. Che poi, Abbanoa cosa può fare? Staccheranno l’acqua all’asilo o alle scuole elementari? Non scherziamo», ha aggiunto il sindaco.

Quello di San Nicolò Arcidano è solo il primo caso. Nell’aria c’è una piccola rivoluzione che dalla provincia di Oristano si espanderà a macchia d’olio in tutta l’isola: «Lo confermo, ho ricevuto la solidarietà di tanti colleghi che mi hanno annunciato che non saremo soli in questa battaglia», ha concluso Emanuele Cera. La disfida dei conguagli, dunque, è solo all’inizio. (c.z.)

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