La Nuova Sardegna

Troppi tagli, i barracelli non ci stanno

di Pinuccio Saba
Troppi tagli, i barracelli non ci stanno

Rimborsi più che dimezzati, larga parte delle compagnie non sarà in campo contro i fuochi

10 giugno 2016
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SASSARI. L’esercito che ogni anno deve fronteggiare l’assalto degli incendiari rischia, quest’anno, di dover fare a meno della fanteria leggera. Più della metà delle compagnie barracellari della Sardegna ha infatti deciso di non sottoscrivere la convenzione con la Regione a causa dei tagli previsti dalla legge finanziaria. Un problema di non poco conto, visto che i barracelli sono - nella maggior parte dei casi - i primi a intervenire per arginare gli incendi boschivi. Già a febbraio il sindacato autonomo dei barracelli, il Sab, aveva inviato una lettera al presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru, per denunciare una situazione che si annunciava insopportabile a causa dei tagli al comparto previsti nella bozza della finanziaria. E il segretario nazionale del Sab, il capitano Giovanni Chessa, aveva anche preannunciato che in mancanza di correttivi non sarebbe stato sottoscritto il nuovo protocollo d’intesa. Il vecchio accordo è infatti scaduto lo scorso 28 aprile, ma da allora la situazione non sarebbe cambiata. Un calo di investimenti nella sicurezza delle campagne che si è fatto sentire soprattutto negli ultimi due anni. Le risorse a disposizione delle compagnie barracellari sono infatti calate dai 4 milioni e 747 mila euro del 2014 ai 4 milioni e 43 mila euro del 2015, e ai 3 milioni e 243 mila euro di quest’anno. Risorse destinate alle 158 compagnie barracellari della Sardegna che mettono in campo 5494 uomini e donne (dato aggiornato al 2016), con una media di tre milioni e 597 mila ore di lavoro all’anno.

I tagli sono riferiti alla voce “rimborsi”, passati dai due milioni e 309 mila euro del 2014 agli 805 mila euro di quest’anno. Una situazione che ha indotto la maggior parte delle compagnia barracellari isolane a non rinnovare la convenzione con la Regione. Con un rapido calcolo, il “costo” unitario per barracello è passato dai 44 centesimi dello scorso anno, ai 22 centesimi del 2016 per ora di servizio prestato. Costo che si riferisce, ovviamente, all’intero servizio. «È curioso che alle raccomandazioni della presidenza del consiglio di rafforzare il piano di prevenzione, avvistamento, e monitoraggio del territorio e degli incendi – sostiene Elena Vidili, coordinatrice di Italia Unica di Sassari – troviamo nel nostro territorio una riduzione di impegno e di interventi da parte delle nostre istituzioni che mette a rischio l’incolumità delle persone e delle campagne». La campagna antincendio 2016, già partita il primo giugno, appare quindi monca di una parte importante degli effettivi che ogni anno combattono una guerra quasi quotidiana contro gli incendi. Vigili del fuoco e forestali, infatti, non possono controllare un territorio vasto come la Sardegna, senza dimenticare poi che solo i barracelli sono in servizio 24 ore al giorno. O meglio, lo sono anche i vigili del fuoco ma hanno altri compiti di istituto. E fra questi non c’è la vigilanza sulle campagne.

Una situazione critica, con tanto di beffa finale: la Protezione civile che aveva assegnato ai Comuni alcuni mezzi speciali da mettere a disposizione dei barracelli, adesso li ha richiesti indietro. E gli uomini delle campagne avranno armi meno efficaci contro i roghi.

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