La Nuova Sardegna

Qualità del latte Pinna sotto accusa: «Ma è un equivoco»

Qualità del latte Pinna sotto accusa: «Ma è un equivoco»

L’azienda casearia: bufera mediatica, quello sardo è ottimo La Regione: subito l’organismo di tutela e valorizzazione

17 giugno 2016
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SASSARI. La bufera sul Pecorino arriva il giorno prima della grande manifestazione regionale dei pastori. A scatenare le polemiche è la qualità del latte sardo, considerata dagli addetti ai lavori eccellente. Proprio sulla bontà e sul sapore del latte isolano, l’azienda Fratelli Pinna di Thiesi dichiara di avere costruito la sua fortuna ma proprio su questo aspetto si è scatenata una polemica per alcune affermazioni attribuite all’amministratore Pierluigi Pinna e riportate sul quotidiano di Cagliari.

In particolare, l’imprenditore avrebbe sminuito la qualità del latte sardo rispetto a quello romeno dicendo: è ora di dirlo, la qualità del latte sardo è inferiore a quella di tutto il resto d’Europa.

«È stato un equivoco, non intendevo dire quello, sono stato frainteso», commenta Pierluigi Pinna. «Il discorso era molto più articolato, il concetto riportato non mi appartiene». L’azienda Pinna si dichiara «profondamente dispiaciuta per questo polverone mediatico nato da una incomprensione sulla qualità del latte. Mai e poi mai possiamo pensare che il latte della nostra terra non sia di altissima qualità. Ci scusiamo con tutti, soprattutto con gli allevatori». L'azienda ribadisce di non utilizzare latte dalla Romania o da altre nazioni per produrre i formaggi e le ricotte nel caseificio di Thiesi destinati al mercato interno, sardo e della Penisola. A Thiesi i fratelli operano da quasi un secolo, ben tre generazioni, producendo due formaggi di punta, il Pecorino Romano Dop e il Pecorino Sardo Dop, «dei quali siamo – dicono i proprietari con orgoglio – l'azienda leader». Nell'azienda del Sassarese, dove lavorano oltre 230 persone, viene infatti raccolto il latte proveniente da tutta l'isola e ogni anno il caseificio acquista dagli allevatori sardi circa 40 milioni di litri di latte.

A gridare allo «scandalo» sul pecorino proveniente dalla Romania è stata per prima la Coldiretti. Al coro si è unito anche il leader della Base Efisio Arbau che ha sollecitato un intervento della Regione perché pubblichi i dati sulla qualità del latte ovino sardo, ipotizzando anche un'eventuale azione legale a tutela dell'immagine della filiera sarda. Sul tema non si è fatta attendere la posizione della Regione. Proprio il rafforzamento delle strategie di filiera è il cavallo di battaglia dell'assessore regionale dell'Agricoltura Elisabetta Falchi. Che non entra nel merito della scelta di alcuni imprenditori di delocalizzare le produzioni nel rispetto delle normative, ma ribadisce come non sia più rinviabile la nascita dell'Organismo interprofessionale (OI) del comparto lattiero caseario, «che consentirà – spiega – di rafforzare le strategie di filiera e tutelare e valorizzare le produzioni sarde».

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