La Nuova Sardegna

OLBIA. Una delegazione dei lavoratori Meridiana è stata invitata a Bruxelles dagli europarlamentari Curzio Maltese e Sergio Cofferati nella sede del Parlamento europeo. Al centro dell’incontro la data del 23 giugno, entro la quale, se non interverranno novità decisive, l'azienda procederà al licenziamento di 955 dipendenti se non troverà l'accordo con Qatar Airways - assistenti di volo, piloti e personale di terra - nelle basi di Olbia, Cagliari, Milano e Verona.

I due europarlamentari si sono pronunciati con molta preoccupazione. «Un dramma per l'occupazione che si potrebbe ancora evitare se la compagnia dell'Aga Khan accettasse di discutere con governo e rappresentanti dei lavoratori piani alternativi e contratti di solidarietà - sottolineano Maltese della Sinistra unitaria europea e Cofferati dell'Alleanza progressista socialisti e democratici -. I licenziamenti di massa sono presentati come un effetto collaterale dell'accordo fra Meridiana e Qatar Airways, un'alleanza necessaria per la sopravvivenza della compagnia. Ma in realtà l'azienda vuol scaricare sui soli lavoratori i tanti errori di gestione da parte dei vertici e una strategia economica fondata sul dumping interno all'azienda. E' una storia dove si mischiano cattive pratiche industriali, in contrasto con le norme europee, colpevoli assenze delle istituzioni e spreco di danaro pubblico».

Pochi mesi fa Meridiana ha firmato un accordo con Qatar Airways. Un accordo che non piace ai due europarlamentari. «Da colonia industriale - denunciano Maltese e Cofferati - che garantisce tutti i vantaggi alla proprietà straniera e comporta la tragedia di quasi mille licenziamenti. Ma il governo approva, per bocca dell'ex ministro Guidi, non si sa bene che cosa».

Sull'intera vicenda è stata rivolta un'interrogazione alla Commissione europea presieduta da Juncker per sapere se l'originaria acquisizione di Air Italy da parte di MeridianaFly abbia rispettato le tutele per i lavoratori previste dalle direttive europee, se l'eventuale violazione delle norme non comporti l'annullamento dei licenziamenti collettivi, e quali misure intenda intraprendere la Commissione europea contro la pratica di un evidente “dumping "interaziendale».