La Nuova Sardegna

Si spoglia in rete e finisce su YouTube studente in trappola

di Nadia Cossu
Si spoglia in rete e finisce su YouTube studente in trappola

Il ventenne è stato ricattato su Facebook da una ragazza «Dammi 900 euro o diffondo il video». Scatta la denuncia

21 giugno 2016
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SASSARI. Quella richiesta di amicizia su Facebook l’aveva accettata un po’ per curiosità, un po’ per l’incoscienza che a vent’anni può anche non permetterti di distinguere un “profilo” reale da un “fake”, così come vengono definite nel gergo dei social network le identità false. D’altronde a contattarlo era una ragazza bella, sorridente, provocante.

E sempre per colpa della stessa incoscienza aveva accettato persino di spogliarsi insieme a lei azionando la webcam del telefonino e lasciandosi andare all’autoerotismo. Senza sapere che era appena finito in una trappola senza via d’uscita: «Se non paghi 900 euro, le tue foto e il video saranno pubblicati su Facebook e su YouTube». E purtroppo ci sono finite davvero.

Inizia così l’incubo per un giovane studente universitario sassarese. Il ragazzo in un primo momento ha accettato di pagare per evitare la divulgazione delle immagini – e soprattutto le terribili conseguenze che questo avrebbe avuto – poi ha “bloccato” sul social la persona che lo ricattava. La reazione è stata immediata: come promesso il video della masturbazione è finito in rete.

Il panico ha preso il sopravvento, cominciavano ad arrivare le prime chiamate degli amici che avevano ricevuto le immagini erotiche, ma l’imbarazzo e la vergogna non gli hanno fatto perdere per fortuna la lucidità. E così lo studente si è rivolto prima alla polizia postale, poi ai carabinieri e a un avvocato per denunciare la persona che gli stava rovinando la vita e che gli aveva estorto il denaro con le minacce. Il legale Antonio Secci, ascoltata la storia del suo cliente, ha presentato la denuncia in Procura al momento contro ignoti.

Tutto succede alcuni giorni fa e soprattutto nel giro di poche ore. Un pomeriggio nella casa di famiglia al mare, uno sguardo veloce su Facebook e quella curiosa richiesta di amicizia. Il giovane l’accetta e dopo aver scambiato qualche parola passano alla confidenza “estrema”. Improvvisamente lo studente riceve un messaggio privato con una prima richiesta di denaro: 900 euro per l’esattezza. Messaggio accompagnato dalla minaccia di pubblicare il video dell’atto sessuale su Internet. Spaventato, il ragazzo risponde che avrebbe pagato. A quel punto il contatto sparisce e contestualmente la vittima dell’estorsione viene contattata da un altro profilo Facebook che spiega come procedere con il pagamento. Il giovane non ci sta e “blocca” il contatto. Ed ecco che entra in scena un terzo profilo che dopo pochissimo pubblica le foto dello studente su facebook e il video su YouTube.

Il giovane si accorge immediatamente di quello che sta accadendo e si precipita dalla polizia postale. Poi per la denuncia si rivolge ai carabinieri. L’avvocato Antonio Secci, che lo tutela, ha chiesto la rimozione del video che fortunatamente non è più in rete, così come le immagini del ragazzo su Facebook. Ora spetterà agli inquirenti indagare per tentare di risalire alla identità vera della – o delle – persone coinvolte in questa brutta storia di ricatti e minacce.

L’allarme su questo tipo di trappole on line è sempre molto alto. L’ultimo caso eclatante ha avuto come vittima/protagonista Salvo Mandarà, l’ex esperto tecnico video del Movimento 5 Stelle. Aveva chiesto scusa proprio su Facebook ai suoi amici e alla sua compagna raccontando di esser stato contattato da una ragazza su Messenger che gli aveva proposto di fare sesso via cam: «Ho voluto provare a capire – aveva scritto sul social – Ma la venticinquenne ha poi mandato il video della sua prestazione a tutti». La sua disavventura è stata ripresa da quotidiani e tv nazionali.

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