La Nuova Sardegna

Centro Aias, blitz dei carabinieri

di Mauro Lissia
Centro Aias, blitz dei carabinieri

Decimomannu, dopo lo scandalo maltrattamenti controlli sulla qualità dell’assistenza: tutto in regola

23 giugno 2016
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CAGLIARI. L’ispezione è scattata di buon mattino, ma stavolta i carabinieri non hanno trovato sorprese sgradite: dopo la sequenza di arresti eseguiti il 14 febbraio con l’accusa pesante di maltrattamenti compiuti sui pazienti psichiatrici, con atti documentati da telecamere e microspie, il centro Aias di Decimomannu sembra tornato alla normalità di un’assistenza attrezzata e professionale. Solo due servizi igienici sono ancora fuori norma per le barriere architettoniche ma i lavori in corso rassicurano sulla linea assunta dalla nuova direzione amministrativa. A posto anche asciugamani, detergenti e organizzazione dell’accesso alle docce: niente più code e attese snervanti, ora gli ospiti del centro vengono accuditi direttamente nelle loro stanze. Non solo: se a febbraio il personale impegnato a Decimomannu risultava al di sotto delle necessità, l’Aias non è rimasta con le mani in mano e sostituiti gli operatori socio-sanitari fermati dalla Procura ne ha assunto altri per portare l’organico al livello delle esigenze. Forse si sarebbe dovuto fare prima, è già qualcosa che la direzione abbia riconosciuto implicitamente le mancanze rilevate dai carabinieri e abbia osservato le prescrizioni della Procura. D’altronde se non l’avesse fatto il volume dei guai giudiziari sarebbe cresciuto, perché l’attenzione sull’assistenza ai disabili ha registrato in Sardegna ma anche nel resto d’Italia un’impennata notevole e il merito è di chi ha messo il naso all’interno di strutture chiacchierate da anni ma in realtà esenti da controlli reali. Controlli che d’ora in poi ci saranno, perché quanto accertato a Decimomannu e in altri centri in Italia ha sollevato un’ondata di indignazione che non sembra volersi fermare.

L’esito dell’ispezione, che sarà l’oggetto di un rapporto da consegnare al sostituto procuratore Liliana Ledda, titolare dell’inchiesta giudiziaria, non cancella quanto i militari del Nas e della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri hanno scoperto nel corso delle indagini, che proseguono senza sosta: gli uomini del colonnello Gavino Asquer hanno affiancato quelli del maggiore Davide Colajanni proprio per eseguire una nuova delega della Procura, che cerca conferme al contenuto delle testimonianze raccolte nelle ultime settimane di attività investigativa. Mentre il Nas controllava strutture e servizi, i colleghi arrivati dal palazzo di giustizia hanno chiesto e ottenuto una serie di documenti amministrativi sui quali ha puntato l’attenzione il pm Ledda. Buio totale sull’ipotesi che stiano per partire altri provvedimenti, la sola certezza è che l’operazione Aias non è ancora arrivata al capolinea ma promette sviluppi. Ma se la giustizia fa il suo corso, l’ispezione dei carabinieri è servita a riscontrare un miglioramento sensibile del livello di assistenza tenuto a Decimomannu, a conferma che la lezione giudiziaria ha prodotto i suoi risultati anche sul piano della prevenzione.

Quattordici operatori sospesi dall’esercizio della professione, il direttore amministrativo indagato: l’intervento dei carabinieri a Decimomannu produsse risultati clamorosi. L’accusa: maltrattamenti nei confronti dei trentasei pazienti, tutti affetti da gravi patologie. Grazie alle intercettazioni e alle immagini riprese dalle telecamere, i carabinieri avevano scoperto che gli operatori sottoponevano i pazienti a violenze di ogni genere. Schiaffi, calci, pugni ma anche umiliazioni pesantissime: venivano lasciati bagnati dopo la doccia, oppure asciugati tutti con lo stesso asciugamano o con degli stracci. Le indagini erano partite in seguito alla denuncia di una dipendente e alle conferme di altri, con i vertici Aias che hanno sempre respinto ogni contestazione.

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