La Nuova Sardegna

L’accordo sul clima si farà

L’accordo sul clima si farà

Il programma firmato da Pigliaru prevede la collaborazione di regioni e città

02 luglio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’accordo di Parigi sul clima si farà. Ieri mattina è arrivato il via libera all’unanimità della Commissione Enve del Comitato delle Regioni di Bruxelles. Il testo del programma, firmato da Francesco Pigliaru, porterà la voce dei territori europei alla conferenza globale sul clima che si terrà a novembre a Marrakech: «L'approccio territoriale alla lotta ai cambiamenti climatici segna l'apertura a una nuova era», ha spiegato Pigliaru annunciando la collaborazione delle regioni e delle città europee al raggiungimento degli obiettivi definiti a Parigi.

Impegno comune. «L’impegno sarà gravoso e intenso», ha detto il presidente Pigliaru, «abbiamo un piano d'azione globale per mantenere la temperatura di questo secolo più bassa di 2 gradi. Con uno sforzo ulteriore che faremo per limitare l'aumento a un massimo di 1,5 gradi rispetto al 1990. La situazione di incertezza politica del dopo Brexit non deve fermarci».

Le azioni. Pigliaru ha poi illustrato le iniziative necessarie per costruire una governance globale. Si parte dal dialogo garantito dall’applicazione dell'Agenda urbana europea per poi proseguire con strumenti come il Patto dei sindaci e gli accordi di partenariato con imprese, università, centri di ricerca, scuole, comunità locali, società civile e organizzazioni non governative.

Le risorse. «Senza soldi si può fare poco», ha detto ancora Pigliaru, «servono fondi. Le regioni e le città avranno bisogno di attrarre finanziamenti pubblici e privati. Per questo motivo chiediamo alla Commissione europea, alla Banca europea per gli investimenti e agli Stati membri di sostenere le regioni e le città».

Rischi e opportunità. «Non sono concetti astratti – ha precisato il presidente – parliamo di cose concrete perché le città e le regioni rappresentano la governance più vicina ai cittadini», ha concluso Pigliaru dopo aver ricordato come la Sardegna stia soffrendo gli aumenti della temperatura, la diminuzione delle precipitazioni e l’intensificazione di eventi estremi. Fenomeni che incidono sulla stabilità di sistemi produttivi fondamentali come l'agricoltura, il turismo, l'allevamento e aumentano il rischio di incendi ed eventi alluvionali, oltre a causare l'innalzamento del livello medio del mare e, di conseguenza, l'erosione della fascia costiera. Ecco perché integrare le questioni climatiche nelle politiche territoriali permetterà alle popolazioni di usufruire di una superiore qualità della vita.

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative