La Nuova Sardegna

i precedenti

Dai milioni di Mondialpol ai colpi falliti lungo la 131

di Claudio Zoccheddu ; di Claudio Zoccheddu
Dai milioni di Mondialpol ai colpi falliti lungo la 131

SASSARI. Sono gruppi paramilitari. Definirli come semplici banditi sarebbe riduttivo. I commando che assaltano i blindati hanno tute mimetiche completate da giubbini antiproiettile e armi da guerra,...

03 luglio 2016
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SASSARI. Sono gruppi paramilitari. Definirli come semplici banditi sarebbe riduttivo. I commando che assaltano i blindati hanno tute mimetiche completate da giubbini antiproiettile e armi da guerra, spesso gli Ak-47 che tutti conoscono con il diminutivo del micidiale Avtomat Kalašnikova, il kalašnikov. E non si tratta di un accessorio. Durante gli assalti spesso i mitra sputano fuoco e piombo a volontà. Ma per il colpo perfetto non bastano le armi da guerra. Ci vuole altro. Servono auto o furgoni da usare per fermare le corse dei blindati. Servono mezzi pensanti per abbattere i muri o per radere al suolo le recinzioni. Insomma, serve un’organizzazione paramilitare che ha terrorizzato la Sardegna più volte negli ultimi anni.

Il precedente. L’assalto sulla 130 ha un precedente vecchio di sette mesi, anche in questo caso fallito. Il primo dicembre dell’anno scorso era andato a monte un altro assalto a un portavalori lungo la strada tra Carbonia e Villamassargia. Il colpo era pronto e i banditi avevano già rubato un mezzo pesante da una cava ma, forse per un ritardo del portavalori, avevano desistito.

Gli assalti falliti. Nonostante l’organizzazione paramilitare e l’assenza di scrupoli, molte rapine sono andate a vuoto. L’ultima è stata quella del 2 gennaio lungo la 131 Dcn, nei pressi del bivio per Macomer. L’assalto era stato studiato nel dettaglio: c’era un’auto incendiata, c’erano i chiodi sulla carreggiata e c’erano le armi da guerra pronte a far fuoco. Mancava solo il portavalori che infatti era sfilato nella corsia opposta, in ritardo di qualche minuto. Stesso epilogo per due tentativi di assalto datati 23 novembre e 7 dicembre 2015 lungo la strada tra Sardara e Siligo. Questa volta era stata la perizia della polizia a fare cambiare strada all’ultimo momento ai blindati.

I colpi milionari. Sfortunatamente qualcuno è riuscito nell’intento criminale e gli assalti ai blindati hanno fruttato anche bottini milionari. Il 21 marzo del 2014, sul tratto di 131 compreso tra Sanluri e Serrenti, un gruppo di banditi armati di kalašnikov aveva bloccato e ripulito un portavalori della Vigilanza Sardegna che trasportava 6 milioni di euro. È il colpo più ricco nella categoria “assalti ai blindati”. Meno clamoroso, ma solo per l’entità del bottino, l’assalto al portavalori della Vigilpol del settembre del 2015. Sulla 131 tra Bonorva e Campeda erano state utilizzate due auto per raggiungere il furgone e un mezzo pesante per bloccarne la corsa. I malviventi avevano sottratto 500mila euro e le armi dei vigilianti: 4 pistole e un fucile a pompa.

Prove di forza. La più eclatante è stato l’assalto alla Mondialpol di Caniga. Quindici, forse venti uomini armati che avevano usato un camion come ariete per poi crivellare di colpi l’edificio della vigilanza. Un interminabile inferno di piombo durato circa 15 minuti e concluso con il furto di una cifra record: 11 milioni di euro. Il colpo gobbodi Caniga aveva avuto due precedenti, entrambi a Nuoro: il 14 ottobre del 2013, quando un assalto alla sede della Vigilanza Sardegna aveva fruttato un bottino da 5 milioni di euro, e il 23 maggio del 2006 all’Oversecurity di via Einstein, da cui erano stati sottratti 3 milioni di euro.

La banda dei blindati. Li inseguivano da tempo e la squadra mobile della polizia di Nuoro ha assicurato alla giustizia un commando di 20 uomini accusati di alcuni tra i più spettacolari assalti ai portavalori. Tra loro anche alcuni presunti banditi che avevano esportato il modus operandi della banda nel resto dello Stivale. Due dei venti uomini d’oro dei blindati erano stati fermati nei pressi di Grosseto dove attendevano il passaggio di un portavalori.

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