La Nuova Sardegna

Sos incendi in Sardegna, la conta dei danni dopo il terrore

di Maria Antonietta Cossu
Sos incendi in Sardegna, la conta dei danni dopo il terrore

Migliaia di ettari devastati. Gli assessori Falchi e Spano hanno incontrato i sindaci dopo i maxi-roghi. Lo stato di calamità naturale non potrà essere concesso per un disastro provocato volontariamente

05 luglio 2016
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SEDILO. Cessata l’allerta è scattata la fase operativa per gestire l’emergenza post-incendio. Ieri i sindaci di Sedilo, Aidomaggiore, Borore e Nuragugume, gli assessori regionali Elisabetta Falchi e Donatella Spano e le delegazioni del Corpo forestale e della Protezione civile si sono riuniti a Sedilo per fare un primo, sommario inventario dei danni e definire le misure d’intervento tese a ricostituire il patrimonio pubblico e a mettere in condizione gli allevatori e i proprietari dei terreni percorsi dalle fiamme di far fronte al problema dell’approvvigionamento dettato dall’ indisponibilità dei pascoli e dalla distruzione del foraggio.

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Al termine della riunione gli amministratori si sono spostati sul campo per una prima ricognizione nei territori dell’Alto Oristanese e del Marghine, dove complessivamente sono andati in fumo 4.050 ettari di pascoli e sugherete. Secondo un bollettino ancora molto parziale sarebbe Sedilo il paese più colpito, con 2300 ettari bruciati, ovini, bovini ed equini morti o feriti e fabbricati rurali lesionati.

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L’assessore Spano ha risposto alle polemiche dei giorni scorsi sulle falle dell’apparato antincendio: «La macchina operativa ha funzionato al massimo nelle difficili condizioni meteo di questi giorni, in cui l’intervento delle forze antincendio è riuscito a contenere danni che sarebbero potuti essere molto più gravi». Toccato anche l’aspetto della prevenzione: «È fondamentale che ogni territorio faccia la propria parte con le misure di autoprotezione. Un ruolo fondamentale nel controllo dei territori è svolto proprio da coloro che vi operano, inclusi gli agricoltori».

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Le esponenti della giunta regionale hanno prospettato alcune soluzioni per assicurare agli operatori della campagna le liquidità di cui hanno bisogno per rimettere in sesto le aziende e hanno annunciato procedure più celeri per l’accesso ai premi comunitari per chi ha subito perdite economiche: «Ci attiviamo con i Comuni e con Agea per velocizzare i pagamenti del Psr, il Programma di sviluppo rurale, per le aziende colpite», ha annunciato Elisabetta Falchi spiegando che non sarà possibile erogare direttamente gli indennizzi, «sono andati a fuoco i foraggi che erano ancora nei campi o erano stati raccolti e accatastati nei capannoni, poi le recinzioni e i muretti a secco. Abbiamo difficoltà ad attivare interventi di supporto e di ristoro del danno poiché non si è trattato di una calamità naturale ma di un’azione dolosa, anche se il Psr potrà essere utile per ripristinare le recinzioni e i confini, una delle voci contemplate proprio dalla misura 4.1 di imminente pubblicazione».

Senza appello, invece, il “no” alla richiesta dei Comuni del riconoscimento dello stato di calamità per un evento provocato intenzionalmente dall’uomo.

La normativa non lascia spiraglio alcuno. La priorità del momento, tuttavia, è di garantire la sussistenza di greggi e mandrie ma le misure economiche ventilate ieri non hanno i tempi stretti che necessita il rifornimento alle aziende. Su questo fronte sarà fondamentale la catena di solidarietà che si sta attivando in molte parti dell’isola attraverso offerte di scorte di foraggio. Solo per Sedilo si sono candidate le Unioni del Guilcier e del Barigadu e diversi privati e amministrazioni dell’Anglona, della Nurra, del Sassarese e della Baronia. La protezione civile si occuperà del trasporto del fieno mentre i Comuni allestiranno dei centri di raccolta e di smistamento. «E’ un momento drammatico», ha commentato il sindaco di Sedilo, Alessio Petretto, «ora bisogna cercare di reagire e intavolare un confronto con la Regione, oggi abbiamo fatto il punto della situazione». «Aspettiamo di vedere come si evolve la situazione – ha dichiarato Sebastiana Carboni, a capo dell’amministrazione di Borore, dove il fuoco ha devastato 800 ettari di pascolo – intanto noi sindaci ci incontreremo di nuovo tra pochi giorni per concordare le richieste alla Regione».

Il sindaco di Aidomaggiore Adele Virdis ha insistito sulla prevenzione richiamando tutti alle proprie responsabilità: «L’avevo fatto prima e anche oggi ho sollecitato la pulizia delle provinciali 23, 25 e 26».

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