La Nuova Sardegna

Omicidi Monni e Masala, telefonate e sms ai raggi X

di Nadia Cossu
Omicidi Monni e Masala, telefonate e sms ai raggi X

Controlli sui cellulari. Oggi i cani molecolari alla ricerca del corpo di Stefano

13 luglio 2016
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NULE. All'alba di oggi 13 luglio si sono ritrovati in una zona circoscritta delle campagne di Nule per riavviare le ricerche di Stefano Masala. I protagonisti saranno loro: i cani molecolari. E saranno accompagnati nella perlustrazione del territorio intorno al paese del Goceano da squadriglie di Nuoro, cacciatori di Sardegna, carabinieri della compagnia di Bono.

In questo modo viene restituita una speranza alla famiglia del trentenne scomparso nel nulla ormai dal 7 maggio del 2015: quella di ritrovare il loro caro e potergli dare una sepoltura. Dopo gli innumerevoli appelli di Marco Masala alla Procura della Repubblica e alle forze dell’ordine, ecco la risposta: stamattina all’alba si ricomincia con le ricerche.

Si concentreranno, inizialmente, in un territorio ben definito. Probabilmente i telefoni degli arrestati avevano agganciato le celle di quella zona nei giorni della scomparsa di Stefano e potrebbe essere un buon punto di partenza. Ma è anche possibile che la conformazione di quel tratto di campagna – per il tipo vegetazione o per la presenza di anfratti rocciosi – sia sembrata agli inquirenti la più adatta per chi volesse nascondere un corpo.

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E mentre si dà nuovo impulso alle ricerche del giovane di Nule, dagli uffici della Procura di Nuoro, ieri mattina, è stato dato incarico all’ingegnere Francesco Poletti di eseguire accertamenti non ripetibili sui telefoni cellulari di Alberto Cubeddu e Antonio Zappareddu. Il primo è uno degli arrestati (insieme al cugino Paolo Pinna) per i due omicidi di Gianluca Monni (lo studente diciannovenne di Orune ammazzato l’8 maggio del 2015) e di Stefano Masala. Il secondo, è in carcere perché, nell’ambito delle indagini sui due delitti, gli sono stati contestati la detenzione e il porto illegali di un fucile e di una pistola. Accertamenti irripetibili sono stati disposti anche su tutto il materiale riportato nei verbali di sequestro dello scorso 25 maggio, giorno degli arresti.

Cosa sperino di trovare gli inquirenti su quei cellulari è solo ipotizzabile. Di sicuro ci sarà un’attenta analisi dei contatti telefonici e dei messaggi di testo che i due potrebbero essersi scambiati nei giorni precedenti e successivi all’omicidio di Monni e alla scomparsa di Masala. O messaggi che avrebbero inviato ad altri. Ma gli investigatori potrebbero anche voler cercare (e trovare) conferme: ad esempio intorno a elementi e ricostruzioni sui quali hanno già più di una certezza. Oppure, ancora, è un tentativo di smontare qualche alibi fornito dagli indagati? E non è nemmeno escluso che dai telefoni sequestrati possa saltare fuori qualche informazione su possibili moventi e coinvolgimenti di altre persone nei due fatti di cronaca.

Ricominciano le ricerche, quindi, e ricomincia l’attesa di nuovi sviluppi investigativi. Sia per quanto riguarda il ritrovamento di Stefano Masala, sia per l’accertamento delle responsabilità di chi oggi si trova in carcere. Al momento, per i delitti di Gianluca (freddato a fucilate su un marciapiede di Orune mentre aspettava il pullman per andare a scuola) e di Stefano (scomparso il giorno prima del delitto Monni e ucciso, secondo gli inquirenti, dagli stessi assassini di Gianluca) sono in carcere due cugini: Paolo Pinna, 18 anni, di Nule e Alberto Cubeddu, 21 anni, di Ozieri.

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