La Nuova Sardegna

Pugni e schiaffi al disabile Il filmato finisce in rete

di Tiziana Simula
Pugni e schiaffi al disabile Il filmato finisce in rete

Pestaggio all’uscita di una discoteca, l’aggressore è un giovane di Sassari

17 luglio 2016
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OLBIA. Picchiato, tramortito e abbandonato. Una violenza brutale e gratuita ripresa da un telefonino con la stessa naturalezza con la quale si fa un selfie, un film dell’orrore di pochi secondi postato su Facebook. «Con una mano ti ammazzo... Hai capito? Hai capito?», urla l’aggressore mentre prende per i capelli la sua vittima, sbattendogli la testa sul cofano e colpendolo con alcune ginocchiate in faccia. Lui, L. I. 37 anni, non si difende. Non ha il tempo per reagire e soprattutto non ne ha le capacità. È affetto da disabilità psichica.

È una storia terribile quella accaduta all’alba di domenica scorsa all’uscita dalla discoteca “La Luna”, a San Teodoro, dove un giovane disabile è stato picchiato: schiaffi e ginocchiate a non finire, fino a quando è crollato a terra, perdendo i sensi. E lì, nel piazzale della discoteca, è stato abbandonato dall’aggressore, dall’autore del filmato finito in rete, e da altri giovani che hanno assistito alla scena senza muovere un dito per fermare quell’inaudita violenza: almeno cinque, sei persone. Il responsabile del pestaggio è stato già individuato dai carabinieri di Olbia (che lavorano con la Procura di Nuoro), ai quali la famiglia del disabile hanno sporto denuncia: si tratta di un giovane di Sassari, conosciuto dalle forze dell’ordine per episodi analoghi. Una sorta di picchiatore seriale. Si attende ora il provvedimento del giudice.

A incastrarlo, lo stesso video che ha fatto il giro del web. Spettacolarizzazione di quell’assurda violenza che ha avuto l’effetto di un boomerang per l’autore del pestaggio. Proprio grazie a quelle immagini, è emersa la verità su quanto accaduto quella sera. Perché L.I. – soccorso e accompagnato a casa dopo l’aggressione da un addetto alla sicurezza che l’ha trovato riverso per terra privo di sensi – ha detto ai familiari di essere caduto dalla moto. E così, loro hanno creduto per giorni. «Abbiamo saputo cos’era realmente successo solo quando carabinieri e polizia mi hanno convocato per farmi vedere il filmato che girava su Facebook – racconta Manuel, fratello maggiore e tutore del ragazzo disabile – Quando ho visto quelle immagini mi è crollato il mondo addosso. Sono sconvolto da tanta violenza brutale e gratuita nei confronti di una persona fragile qual è mio fratello. Incapace di distinguere tra il bene e il male. È stato creato un teatrino ad arte, con una persona pronta a riprendere con il cellulare il pestaggio e a farlo girare sul social, mentre altri ragazzi guardavano la scena senza fermare tanta crudeltà. Con la mia famiglia e il nostro legale, l’avvocato Nicola di Benedetto, abbiamo deciso di denunciare anche all’opinione pubblica quanto è accaduto, diffondendo il video ai mass media: la gente deve vedere chi ha ridotto così mio fratello. Voglio che questo filmato scuota le coscienze. Non deve più accadere una cosa simile. E chi era lì quella sera e ha visto, ci racconti esattamente come sono andate le cose».

Sabato notte L.I. è uscito per fare un giro. «Lo fa spesso con gli amici – racconta ancora il fratello –. Ma non sapevamo che era andato a San Teodoro. Qualcuno è venuto a prenderlo a casa». Gli investigatori indagano per capire se siano le stesse persone del pestaggio e del video. L. I. comunque conosceva l’aggressore, lui stesso l’ha confermato, senza riuscire però a ricostruire esattamente i fatti. È ancora sotto choc, non ricorda. Porta nel corpo e nell’anima le ferite di quella notte.

Nel video la violenza esplode improvvisa e senza un motivo apparente. «Sembra quasi un ciak si gira», dice l’avvocato. L’aggressore, che ha un braccio fasciato, si avvicina al giovane. Sembra voglia parlargli. Invece, gli dà uno schiaffo. Poi, un altro, e un altro ancora, mentre lui subisce inerme. Poi, lo afferra per i capelli e gli sbatte la testa contro il cofano di una macchina parcheggiata. «Con una mano ti ammazzo... Hai capito? Hai capito? E boooh..», gli urla contro. Poi, gli dà una ginocchiata in faccia mentre lui è piegato dai colpi e dal dolore. E, poi, una seconda ginocchiata. Che lo fa crollare a terra. Tramortito.

«Cazz... l’hai fatto entrare in coma», si sente dire. Mentre una ragazza chiama per nome l’aggressore urlandogli più volte di smetterla. Inutilmente.

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