La Nuova Sardegna

Diegu Corraine: «Facebook in sardo? Un risultato importante ma eliminiamo gli strafalcioni»

Diegu Corraine
Diegu Corraine

Il suo profilo Facebook è in limba già da diversi mesi: è un'occasione per convincere i nostri ragazzi a parlare e scrivere in sardo

24 luglio 2016
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SASSARI. Il suo profilo Facebook è in limba già da diversi mesi. Da quando la rivoluzione social è cominciata. E pazienza se alcuni termini e traduzioni gli fanno rizzare i capelli. Diego, o meglio Diegu Corraine, cultore e studioso della lingua sarda, autore di pubblicazioni in diverse varianti, dice comunque che è stato fatto qualcosa di grande. «Perché Facebook è un’occasione per fare conoscere la nostra lingua, per convincere i ragazzi a parlare e scrivere in sardo». Per arrivare dove, secondo lo studioso, le istituzioni sinora hanno fallito.

«In Sardegna non c’è un’adeguata politica linguistica, il sardo dovrebbe essere materia curricolare a scuola, la Regione dovrebbe aprire canali tv e radio in sardo, dovrebbe incentivare le pubblicazioni», dice Corraine. Invece l’unico utilizzo del sardo è limitato alle pubblicazioni ufficiali in Limba comuna, la versione ufficiale nata nel 2006, che riprende con poche modifiche la Limba ufficiale del 2001. «Stop, la valorizzazione del nostro immenso patrimonio linguistico, con le centinaia di varianti, si ferma qui. Per questo dico che il sardo su Facebook è una conquista. Perché il social è uno straordinario veicolo di diffusione planetaria». Però qualcosa non ha funzionato.

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«È venuta fuori una limba strana, che non esiste, un miscuglio di tantissimi dialetti». Un minestrone, dice Corraine, che a lungo ha diretto a Nuoro e poi in Ogliastra S’Uffiziu de sa limba sarda e in quegli anni segnati da una grande passione si è battuto per diffondere l’utilizzo della limba attraverso i più diversi canali. E c’era lui nella commissione che nel 2006 – giunta regionale guidata da Renato Soru – ha approvato la limba comuna, compromesso storico e non da tutti accettato, in un’isola in cui ogni paese parla un dialetto diverso. «Sarebbe stato meglio utilizzare la limba comuna su Facebook – dice Corraine – perché è l’unica che ha un carattere di ufficialità. Ma la Regione non ha mai portato avanti il progetto, non ha stabilito che è quella la limba che unisce la Sardegna anche oltre i canali istituzionali. Dunque Facebook ha attivato la procedura che prevede un meccanismo di traduzione aperto a tutti, anche a chi sa poco o niente. Un gruppo aperto, apertissimo. È venuto fuori un linguaggio strano, che con il tempo può essere migliorato».

Perché con il passare dei giorni e dei mesi, i gruppi iniziali si sono ridotti. E a limare la limba social sono rimasti pochi appassionati, i veri cultori che mettono in campo grande competenza. Tra loro ci sono Lisandru Beccu e Diegu Corraine. Così errori macroscopici del passato sono spariti. E nella limba di Facebook, pur rimanendo un minestrone di cui è impossibile la comprensione totale da nord a sud, le espressioni corrette sono superiori agli strafalcioni. Impossibile sapere quanti sardi l’hanno scelta per il loro profilo. «Ma il numero – dicono Corraine e Lisandru Beccu – ora crescerà, ne siamo certi». (si. sa.)

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