La Nuova Sardegna

I licenziati Meridiana restano a terra

I licenziati Meridiana restano a terra

La decisione dopo le richieste di Usb e Amp. Gli altri sindacati: ora non potranno essere reintegrati

31 luglio 2016
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OLBIA. Due associazioni professionali di Meridiana, Usb (assistenti di volo) e Apm (piloti) avevano chiesto a Meridiana, e con denunce all’Enac e anche alla Procura di Tempio, una cosa: che i dipendenti della compagnia aerea licenziati, 267 assistenti di volo, non fossero mandati al lavoro sugli aerei. Meridiana ha accontentato le due sigle: da domani non voleranno più, il loro licenziamento è stato anticipato. Ma, secondo i sindacati (ovvero Cgil, Cisl, Uil e Ugl, quelli che hanno permesso la salvezza di Meridiana con l’arrivo di Qatar Airways), la notizia è pessima. Soprattutto per chi, pur licenziato, voleva continuare a lavorare. «E questo – dicono i quattro sindacati in un comunicato congiunto contro le due sigle professionali – per battaglie personali che servono ad alimentare l’ego di qualcuno e ad arricchire il conto corrente di qualche professionista che fornisce consulenze assembleari a pagamento».

Ma cerchiamo di capire. Meridiana ha fatto i licenziamenti alla fine di giugno. Ha mandato le lettere a 299 dipendenti, di cui 267 assistenti di volo. Ma perché i licenziamenti diventino efficaci servono alcuni mesi, quelli del preavviso, come impone la legge. Mediamente, per gli assistenti di volo Meridiana, il preavviso è di otto mesi. Le strade ammesse sono due: o lavorare (come stavano facendo alcuni assistenti di volo) o farsi pagare l’intero preavviso. Usb e Apm hanno scritto a tutti: azienda, Enac, procuratore della Repubblica. Per loro, bisognava vigilare, non far volare i licenziati per «tutelare passeggeri e dipendenti» (lettera del 4 luglio, agli atti). Meridiana, alla fine, si è vista costretta a fare così. «Preso atto delle posizioni assunte da alcuni sindacati, che hanno posto in dubbio la idoneità dei lavoratori a offrire regolari prestazioni di lavoro in periodo di preavviso - è scritto in una lettera dell’azienda e ricevuta da un’assistente di volo - le comunichiamo la definitiva cessazione del rapporto di lavoro». Via tutti, o quasi, dal domani, con il pagamento del preavviso e il tfr.

Un dramma, per molti assistenti di volo, che pur licenziati stavano continuando a volare e lavorare con serenità, e che speravano che da qui a sei mesi, con l’arrivo del Qatar, il loro licenziamento potesse essere ritirato.

Un dramma anche per Cgil, Cisl, Uil e Ugl. «La "preoccupazione" da parte di Usb e Apm ha prodotto l'invio di ben 3 lettere all'Enac e alla Procura con l'intento di denunciare l'impiego di personale di volo ormai licenziato - è scritto nel comunicato di Cgil, Cisl, Uil e Ugl -. Saranno soddisfatti di sapere che le loro "preoccupazioni” sono ora state ascoltate. Arrogarsi il diritto di scegliere se un lavoratore può o non può prestare il proprio servizio e ora togliergli anche la speranza che in questi 8 mesi qualcosa sarebbe potuto cambiare è un atto assolutamente contrario a qualsiasi principio sindacale degno di questo nome. A causa di ciò, per tutto il personale coinvolto, verranno a cessare tutti i benefit aziendali finora concessi: Cfs, Zed, Igd. Noi siamo fermamente convinti che fare sindacato voglia dire altro, voglia dire trovaresoluzioni». (red.ol.)

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