La Nuova Sardegna

Pendolino, ennesimo stop Da Olbia a Cagliari in 6 ore

di Gianni Bazzoni
Pendolino, ennesimo stop Da Olbia a Cagliari in 6 ore

Un guasto e il treno “veloce” si ferma a Chilivani. I turisti perdono l’aereo

06 agosto 2016
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OZIERI. Non va il treno veloce. E stavolta riesce a collezionare un ritardo che è quasi superiore ai tempi di percorrenza per arrivare da nord a sud dell’isola: insomma, un record negativo che aggiunge polemiche, proteste e disagi. E scrive un’altra brutta pagina nella storia dei trasporti sardi.

Ieri l’Atr 365, la “freccia” delle Ferrovie si è improvvisamente bloccata in aperta campagna, sotto il sole, tra Mores e Chilivani. Oltre due ore dove si poteva immaginare qualunque cosa, anche l’assalto alla diligenza da parte dei banditi, come nel far west.

A bordo il pienone dei giorni della vacanze, tanti turisti (anche stranieri) e il solito gruppo di sardi che per lavoro sceglie di spostarsi a bordo del treno. Dovrebbe essere la soluzione, invece continua a essere il problema. L’arrivo a Cagliari alle 20.30, dopo 6 ore e 20 minuti, e in mezzo un viaggio a rimorchio fino alla stazione di Chilivani, un cambio treno, una serie infinita di impicci e attese. Il tutto senza uno straccio di comunicazione in italiano, figuriamo in inglese (almeno) per gli stranieri che avevano acquistato il biglietto con grande fiducia.

Un fallimento, l’ennesimo, con disagi incredibili per chi aveva calcolato i tempi per la coincidenza dell’aereo in partenza da Elmas o per altri impegni che, inevitabilmente, sono saltati. A bordo del treno, scene di disperazione e tanta rabbia.

Partito da Olbia alle 14.10, direzione Cagliari, il mezzo delle Ferrovie si è dovuto fermare in aperta campagna per quella che è stata definita una avaria. In realtà un problema (sempre lo stesso della struttura): il guasto a un “deviatoio” che ha impedito l’ingresso nella stazione di Chilivani. Quindi stop: da una parte e dall’altra campagna, una stradina, muretti e recinzioni.

«Anche a voler scendere per prendere un mezzo pubblico, un taxi o qualcosa di simile – dice Marco Bardini, sindacalista, portavoce dei cassintegrati di Meridiana, a bordo del treno – è praticamente impossibile. Siamo prigionieri, nessuno ti dice che cosa sta succedendo. É terribile. E non sappiamo che cosa succederà».

Succede che poco prima delle 18 il treno veloce torna lentamente indietro verso Chilivani ed entra in stazione, avviene il trasbordo su un altro treno Caf: «Finalmente un annuncio – racconta Bardini – l’unico della giornata, ma anche altro ritardo per motivi ignoti. Niente scuse e con buona pace dei numerosi turisti stranieri, comunicazione solo in italiano».

Durissimo, ieri sera, il commento di Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt-Cgil: «Non è un semplice disservizio ma un vero e proprio sequestro di persona – afferma – è inaccettabile che su un percorso di tre ore ci possa essere un ritardo di oltre due ore e mezza, con centinaia di passeggeri bloccati dentro un treno in aperta campagna e senza assistenza».

E il sindacalista rincara la dose: «Molti dei passeggeri, avrebbero dovuto prendere un aereo all'aeroporto di Elmas. Aereo che hanno perduto sebbene si fossero mossi con grande anticipo. Il frutto di questi numerosi, se non addirittura quotidiani disservizi, è dovuto ad una sottovalutazione delle criticità del settore e all’ arroganza e supponenza nell'affrontare problematiche del settore sia da parte datoriale sia da parte della politica regionale, senza confronto con le parti sociali che questo settore lo conoscono molto bene». Boeddu sottolinea che è necessario avviare subito «i lavori di modernizzazione della infrastruttura. Finora questi cantieri vengono aperti solo da Porto Torres verso Cagliari e non al contrario».

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