La Nuova Sardegna

Turismo vip, l’invasione dei giga yacht in Costa Smeralda

di Guido Piga
Turismo vip, l’invasione dei giga yacht in Costa Smeralda

Porto Cervo: distesa di grandi barche in rada, il valore supera i 3 miliardi. Ci sono Usmanov con il Dilbar di 156 metri e l'ex proprietario di Harrods Al-Fayed

15 agosto 2016
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INVIATO A PORTO CERVO. Là turchese e smeraldo, qua fucsia. La realtà, dalla baia di Cala di Volpe al belvedere che la sovrasta - un chilometro in linea d’aria fatto di ginepri, lentischio, corbezzoli, mirto e cisto, il canto delle cicale come tappeto musicale - si trasforma dentro lo smartphone: la app Marinetraffic, quel mare, puro e incontaminato, lo fa diventare una mappa fucsia punteggiata di yacht. Maxi yacht e giga yacht, come vengono chiamati in gergo.

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Vista sul lusso. Sono decine davanti al Cala di Volpe, e poi nell’insenatura di Cala Petra Ruja, in quella del Pevero, e ancora a Porto Cervo, a Liscia di Vacca. Incrociando i dati di Marinetraffic.com e quelli di Forbes, la rivista americana che fa i conti in tasca ai super ricchi del mondo, viene fuori che in Costa Smeralda, in questi giorni di Ferragosto, ci sono yacht per un valore stimato di 3 miliardi di euro e i cui proprietari hanno un patrimonio, sommato, di 100 miliardi di dollari, cifra che corrisponde approssimativamente a 90 miliardi di euro.

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I nomi noti. Alcuni di loro sono conosciuti, come Alishmer Usmanov, il padrone del Dilbar, 156 metri di lunghezza, il quarto al mondo, e di Ona, l’ex Dilbar, lungo 110 metri; o come Mohammed Al-Fayed, l’ex proprietario di Harrods (catena poi venduta al Qatar), padre di Dodi, l’ultimo compagno di Lady D, coppia che un giorno prima di morire a Parigi era in vacanza in Costa Smeralda; o come Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, il secondo uomo più ricco d’Italia, l’imprenditore che si prende cura, e bene, dei propri dipendenti. Ma ci sono anche nomi, di grande peso nell’economia mondiale, che arrivano in Costa senza che nessuno, o quasi, se ne accorga.

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In incognito. Eccola, allora, la mappa resa “visibile” dall’era digitale. Usmanov, dunque: lui, patrimonio di 12.5 miliardi di dollari, è di casa, con in suoi due yacht, Dilbar e Ona appunto, valore complessivo di 800 milioni di euro. Ecco Del Vecchio, 18.7 miliardi in cassa, e il suo yacht Moneikos da 62 metri. E poi Al Fayed, 1.9 miliardi di beni: il suo Sokar, 63 metri, è ormeggiato a Porto Rotondo. Ma vediamo gli altri paperoni. Con due avvertenze. Non sappiamo se sugli yacht ci siano o meno tutti i proprietari. E poi: la proprietà degli yacht è attribuita loro dalla stampa internazionale specializzata, essendo le “barche” quasi tutte registrate alle Isole Cayman, paradiso fiscale per eccellenza e dunque dai dati inaccessibili.

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Dall’acciaio ai telefoni. C’è lo yacht di Nancy Walton Laurie, americana, patrimonio di 4 miliardi, figlia del cofondatore di Wal-Mart, la più grande catena di negozi al mondo: si chiama Secret, è lungo 82 metri. C’è Amevi, lungo 80 metri, di proprietà del re dell’acciaio mondiale Lakshmi Mittal, indiano con passaporto inglese, 8.4 miliardi di patrimonio. Sulla mappa compare Tango, lungo 77 metri, yacht nella disponibilità di Viktor Vekselberg, quarto uomo più ricco di Russia con 10.6 miliardi. E poi Madame Gu, lungo 99 metri, presenza fissa in Costa: è di un altro russo, Andrei Skoch, magnate del metallo, 5.3 miliardi in cassaforte. E ancora: il Titania, 71 metri, di un inglese, John Caudwell, a capo di un colosso della telefonia mobile, patrimonio di 2.4 miliardi. Uno dietro l’altro, uno a fianco all’altro, si trovano poi il Lady Marina, 64 metri, di Sergio Mantegazza, svizzero, 2.7 miliardi di proprietà, soldi fatti con il turismo; il Plan B, 73 metri, di Ted Waitt, americano, industriale nel campo dell’informatica, quasi 1 miliardo di beni; il Lady M, 65 metri, attribuito ad Alexei Mordashov, russo, attivo nell’acciaieria, quasi 11 miliardi di beni; il Luna, 115 metri, di Farkhad Akhmedov, dell’Azerbaigian, industriale del gas, 1.4 miliardi dalla sua; il Kibo, 81 metri, di Alexander Mamut, russo, finanziere, patrimonio di 2.4 miliardi; quest’ultimo, secondo la stampa internazionale, sono amici di Roman Abramovich, patron del Chelsea calcio e dello yacht Eclipse.

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Le gite nel Parco. Marinetraffic segue i loro spostamenti ora dopo ora: spesso gli yacht restano nella baia del Cala di Volpe, nel cui hotel i proprietari o i loro amici vanno a cena; a volte si spostano in direzione dell’arcipelago della Maddalena, di Coluccia, di Tavolara. E’ il caso di Vava II, lo yacht da 97 metri di Ernesto Bertarelli, l’italo-svizzero da 8.6 miliardi vincitore della Coppa America nel 2003 con Alinghi. O di Lady Beatrice, lo yacht da 60 metri dei fratelli inglesi David e Frederick Barclay, proprietari di giornali e hotel, beni in cassa per quasi 5 miliardi. Quello che né Maritraffic né Forbes possono quantificare è quanti soldi fanno girare in Costa e quanta occupazione creano. Sono grossi numeri, dicono (sempre) gli operatori della nautica.

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