La Nuova Sardegna

Ormeggiati a ridosso dello scoglio proibito

di Enrico Carta
Ormeggiati a ridosso dello scoglio proibito

Mal di Ventre, multati due diportisti sorpresi vicino all’isolotto del Catalano nell’Area marina protetta

18 agosto 2016
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CABRAS. Gli unici autorizzati a farsi un bagno nelle sue acque limpidissime sono pesci, gabbiani e cormorani. Per tutti gli altri è meglio girare parecchio al largo dal Catalano, scoglio dal fascino incredibile al largo delle coste cabraresi. Situato ben oltre l’isola di Mal di Ventre, un tempo era meta dei diportisti che, da quando è stata istituita l’Area marina protetta della Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre, hanno il divieto assoluto di affacciarsi dalle sue parti.

La distrazione, consapevole o involontaria poco cambia, costerà cara a due di loro che si sono beccati la denuncia al termine di un’attività di controllo del territorio portata avanti dalla Capitaneria di Porto di Oristano con il supporto del secondo Nucleo aereo della Guardia Costiera di Catania. In alto volava l’aereo Manta 10-03”, sul mare solcava le acque la motovedetta CP 307. Il primo, durante l’attività di pattugliamento, ha individuato le due imbarcazioni alla fonda a poche decine di metri dal Catalano. È un tratto di mare che le ferre regole dell’Area Marina hanno classificato come Zona A ovvero di massima protezione.

Le leggi parlano chiaro e l’inosservanza delle norme all’interno delle Aree marine protette è da codice penale. Così, al termine delle verifiche, i diportisti si saranno certamente resi conto che le acque in cui erano finiti sono pericolosissime. Ora dovranno provare a risolvere nel modo più indolore possibile il guaio in cui si sono cacciati. Beccarli, con l’utilizzo congiunto delle forze aeree e navali, non è stato difficile. «L’aereo, che filma e traccia i percorsi delle imbarcazioni, copre in un’ora l’intero territorio regionale e viene utilizzato proprio per monitorare in maniera certa le zone marine con norme di protezione ambientale molto elevate – spiega il comandante della Capitaneria di Porto di Oristano, Giovanni Di Nardo –. Le motovedette sono il braccio armato e a loro viene affidato il compito di contestare ai diportisti le violazioni in cui incorrono».

E non finisce qui, perché l’attenzione rimane altissima anche nelle prossime settimane, quelle ritenute più “calde” per via della presenza massiccia di imbarcazioni che solcano anche le acque dell’Area marina protetta, peraltro non tutte interdette alla navigazione.

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