La Nuova Sardegna

Scuola al via, campanella fuori legge: in Sardegna non a norma 8 istituti su 10

di Silvia Sanna
Scuola al via, campanella fuori legge: in Sardegna non a norma 8 istituti su 10

Lo studio della Cisl: edifici fatiscenti e insicuri, servono 500 milioni di euro. Sindacati all’attacco: manutenzione inesistente

31 agosto 2016
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Nelle aule ci sono le Lim ma i servizi igienici non funzionano e alla prima pioggia la palestra si allaga. Le finestre spesso sono rotte e dei rilevatori antifumo non c’è traccia. Gli autografi sui banchi e sulle sedie sbeccate raccontano la loro lunghissima vita e spesso i laboratori, grazie alle strumentazioni all’avanguardia, assomigliano a musei.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.14040427:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/08/31/news/tutti-in-classe-mercoledi-14-si-chiude-il-10-giugno-2017-1.14040427]]

La scuola riapre le sue porte malconce agli studenti: il 14 la prima campanella, con i docenti e i dirigenti che già si preparano ad affrontare le proteste degli studenti. Che, nella maggior parte dei casi, troveranno una situazione fotocopia rispetto a quella lasciata a giugno. Anzi, spesso peggiorata a causa dell’assenza di manutenzione. Basta un dato per fare capire quanto la situazione è grave: secondo uno studio della Cisl, l’80 per cento delle scuole sarde non è a norma. I vigili del fuoco, infatti, a causa del mancato rispetto di una serie di prescrizioni stabilite dalla legge, non hanno rilasciato il certificato antincendio. Un esempio: in quasi tutte le scuole le porte delle aule si aprono verso l’interno, la normativa prevede invece che si spalanchino sull’esterno per agevolare l’uscita in caso di pericolo.

La fotografia. Rendere gli istituti scolastici accoglienti e soprattutto sicuri è una delle priorità della giunta regionale. Che attraverso il progetto Iscol@ ha messo in campo un programma straordinario articolato su tre linee d’intervento: edilizia scolastica, incremento delle competenze e lotta alla dispersione scolastica. Solo sull’edilizia è stato calcolato che servirebbero 500 milioni di euro. Al momento sono 150 i milioni destinati alle scuole. Ma, nonostante i numerosi interventi di manutenzione già eseguiti, con più di un migliaio di cantieri aperti in tutta la Regione, gli effetti ancora non si sentono. E la scuola isolana continua a mostrare una immagine sbiadita.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.14040424:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2016/08/31/news/iscol-gia-investiti-150-milioni-1.14040424]]

Vecchi e malconci. La maggior parte degli edifici scolastici ha tra i 36 e i 55 anni. Sono 611 le scuole costruite tra il 1961 e il 1980, molto meno numerose (388) quelle nate dopo il 1980. Sono 250, invece, gli istituti inaugurati tra il 1946 e il 1960, 69 quelli risalenti al periodo compreso tra il 1900 e il 1945 e 11 costruiti alla fine del 1800. L’edilizia scolastica ha segnato una battuta d’arresto notevole. Ma il problema principale è che la mancata costruzione di scuole moderne e al passo con la normativa di sicurezza non è stata compensata da adeguati piani di manutenzione sull’esistente. A parte il restyling eseguito in una quota degli edifici a partire dal 2014, nella maggior parte dei casi si è andato avanti con interventi tampone, pezze gettate qua e là mentre la falla continuava ad allargarsi. Il risultato è che ora «per alcune scuole dell’isola la manutenzione non serve più. Andrebbero demolite e ricostruite secondo criteri ben diversi». Maria Giovanna Oggiano è il segretario regionale della Cisl scuola. Dirigente dell’istituto Tecnico Industriale Angioy di Sassari, dice di essere pronta ad affrontare la prima sollevazione studentesca: «Le aule non sono state imbiancate – spiega – e molte ne hanno bisogno da anni». Il Tecnico industriale, che accoglie una popolazione di circa 1600 studenti, è uno degli istituti non a norma. «Come la stragrande maggioranza delle scuole dell’isola – spiega il segretario Cisl – perché in queste condizioni è impossibile ottenere il certificato antincendio. Allora per garantire sufficienti condizioni di sicurezza ci affidiamo agli strumenti compensativi: puntiamo sul personale, adeguatamente formato e qualificato, in grado di affrontare al meglio le eventuali situazioni di pericolo che dovessero verificarsi. Non abbiamo altra possibilità: le risorse non ci sono o sono bloccate, e il piano Iscol@, che pure rappresenta un ottimo segnale, per ora ha inciso molto poco».

Tra Lim e bagni rotti. Gli studenti tecnologicamente avanzati si trovano in difficoltà quando arriva il momento di andare al bagno, perché spesso i servizi sono rotti e aggiustarli sembra essere un’impresa. «Ogni classe ha la Lim, la lavagna multimediale, però capita di dover aspettare giorni per cambiare una lampadina». Luigi Canalis, responsabile Flc Cgil per la provincia di Sassari, insegna storia e filosofia al Liceo Classico Azuni di Sassari. Sottolinea le contraddizioni di un sistema «che si ispira al modello europeo ma che qui da noi non può attecchire». Perché, sottolinea Canalis, prima del tetto bisogna pensare alle fondamenta. «Il progetto Iscol@ è buono, i soldi in campo sono tanti e i risultati arriveranno. Però in Sardegna siamo veramente indietro. Ben vengano le grandi opere, ma prima di tutto bisogna affrontare la quotidianità e risolvere uno dopo l’altro i tanti piccoli problemi che rendono le nostre scuole complessivamente poco accoglienti e insicure». D’accordo con lui Tiziana Sanna (Flc Cgil della provincia di Cagliari): «La manutenzione non c’è stata, i problemi sono quelli di sempre. Non basta una mano di vernice fresca per fare finta che le cose vadano bene». E i primi ad accorgersene sono gli studenti. Dice Alessandro Cherchi, segretario regionale Uil scuola, insegnante precario da 12 anni: «La situazione è grave, ho lavorato in tanti istituti fatiscenti, in condizioni terribili tra porte e banchi rotti e spifferi ovunque. E ho notato che quando l’ambiente è poco curato lo studente si sente autorizzato a non rispettarlo perché nessuno lo fa. E questo, dal punto di vista educativo, è un fallimento».

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative