La Nuova Sardegna

Molla tutto per girare il mondo, l'avventura di una travel blogger sarda

Federico Spano
Claudia Tavani a Salares de Uyuni, Bolivia
Claudia Tavani a Salares de Uyuni, Bolivia

I consigli della cagliaritana Claudia Tavani: «Non bisogna essere ricchi per poter fare i blogger di viaggi. Io visito soprattutto Paesi dove il costo della vita è particolarmente basso. Sono partita inseguendo il sogno di attraversare l’America Latina»

07 settembre 2016
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SASSARI. Ha lavorato per anni all'estero, tra Stati Uniti e Inghilterra, dove insegnava in due diverse università. Poi ha sentito il richiamo della sua Sardegna e ha deciso di tornare a casa, ottenendo una borsa di ricerca di tre anni all'università di Cagliari. Terminato il contratto si è ritrovata praticamente senza lavoro. Ma lei non si è persa d'animo e ha deciso di trasformare la passione della sua vita, quella su cui aveva investito tutto il suo tempo libero e i suoi stipendi, in un lavoro a tempo pieno: i viaggi.

Claudia Tavani, 41 anni, una laurea in Scienze Politiche a Cagliari e due dottorati all'estero, viaggia ormai per sei mesi l'anno, ha visitato 45 paesi e grazie al suo blog "My adventures across the world" e ai testi che scrive per altri siti, riesce a guadagnare abbastanza per vivere e continuare a viaggiare. Di fatto ha realizzato il sogno di molti e, sentendo come è nata questa sua avventura, si capisce che non bisogna essere ricchi per girare il mondo: ci vogliono solo coraggio, pazienza e tanta testardaggine.

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Quando hai deciso di aprire il tuo blog?
«Terminato il contratto all'università di Cagliari mi sono ritrovata con un pugno di mosche in mano. È stato in quel momento che ho detto basta. Ho preso i miei risparmi, ho preparato il mio zaino e ho fatto un biglietto per il Guatemala, per inseguire il mio sogno di attraversare l’America Latina da nord a sud. Ho aperto il mio blog in Inglese al rientro da un viaggio a Cuba, nel marzo 2013. Nel settembre 2014 ho finalmente comprato un mio dominio, e ho aperto il mio blog, ma solo dall’aprile 2015 ho iniziato a dedicarmici a tempo pieno».

Quanto tempo all'anno passi fuori casa?
«Più o meno viaggio dai tre ai sei mesi all’anno. È capitato che passassi fuori 5 mesi di fila. Ora i miei viaggi più lunghi durano un mese, e ce ne sono tanti di durata più breve, ad esempio di 10 giorni».

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Bisogna essere ricchi per poter fare i blogger di viaggi?
«Sinceramente non conosco blogger di viaggi ricchi, io di certo non lo sono. Siamo persone normalissime, che fanno un lavoro sicuramente molto bello, ma anche molto faticoso e per cui è fondamentale essere ottimi manager di se stessi. Certo, ci sono blogger che con il tempo arrivano a guadagnare anche molto bene. Ma mi piacerebbe sfatare il mito che chi apre un blog di viaggi ha un capitale alle spalle. La maggior parte dei blogger, prima di arrivare a guadagnare con il blog, ha viaggiato facendo lavoretti di varia natura – receptionist in ostelli, cameriere, contadino, insegnante di lingua e anche di danza. Io ho speso i miei risparmi – frutto di anni di lavoro all’università – per viaggiare. Ho sempre fatto viaggi low cost adattandomi molto e, per certi periodi, ho lavorato in fattorie dove in cambio di vitto e alloggio dovevo occuparmi dei cani, dei gatti e dei maiali (da compagnia) dei padroni».

Quanto costa mediamente uno dei tuoi viaggi?
«Gli Italiani sono ancora convinti che viaggiare sia una cosa da ricchi. Ebbene, non lo è: basta essere un pochino accorti, flessibili e schiodarsi dall’idea che se non è minimo tre stelle, un hotel faccia schifo. I miei viaggi costano mediamente poco. Il prezzo varia a seconda della meta, ovviamente. Inoltre non viaggio mai in alta stagione (ad Agosto preferisco restare nella mia Sardegna) e visito soprattutto Paesi dove il costo della vita è molto basso. Inoltre non mi interessano i resort di lusso: mi basta avere una stanza dignitosa e pulita. In Vietnam, con 8 dollari avevo una camera con bagno e la prima colazione e ne pagavo al massimo 2 per un pasto completo (e ottimo). In Cambogia ho pagato appena 3 dollari per un letto in dormitorio in un ostello e 18 dollari per una bellissima camera in un boutique hotel dove c’era anche la piscina».

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Si guadagna abbastanza?
«Quanto si guadagna da un blog dipende da una serie di variabili, ma in primis dalla sua popolarità. Per questo non mi stanco mai di dire a chi comincia di essere paziente: ci vuole tempo – mesi, e a volte anche anni - perché il blog cresca, e di conseguenza porti a guadagnare qualcosa. È ovvio che più il blog è popolare e conosciuto, più riceve visite mensili, più si alzano i guadagni. Ognuno di noi mette insieme i soldi che arrivano in proporzioni diverse da varie fonti: link affiliati – ovvero la vendita (indiretta) di prodotti e servizi; post sponsorizzati; viaggi promozionali; consulenze di vario genere. Personalmente, la fonte maggiore del mio reddito è la creazione di contenuti per altri siti. Alla fine dei conti il blog è una piattaforma attraverso la quale farsi conoscere, far conoscere i propri prodotti e i propri servizi. I miei primi 80 euro per mezzo del blog li ho guadagnati a giugno 2015, quando mi è stato chiesto di inserire un link su un mio post. Da novembre 2015 le richieste sono piano piano aumentate, assieme alle visite, e ora riesco a mettere insieme uno stipendio dignitoso frutto di tantissime ore di lavoro settimanali».

Cosa consigli a chi vuole intraprendere una attività simile alla tua?
«A chi vuole tentare di diventare blogger di viaggi consiglio di armarsi di tanta pazienza e buona volontà: si lavora per mesi o anni, spesso e volentieri gratis e senza nessuna garanzia di guadagno. Si deve studiare tanto per imparare le tecniche del Seo (search engine optimization), del marketing, il ruolo dei social media, la fotografia e il photo editing, oltre che imparare a negoziare con eventuali sponsor e clienti ed essere manager di se stessi. E si passa tantissimo tempo a mandare email!».

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Quanto è importante conoscere l'inglese?
«Conoscere l’inglese è fondamentale! Io non ho avuto dubbi quando ho aperto il mio blog: volevo che più gente possibile lo potesse leggere e ho deciso di scrivere da subito in inglese. E poi, è la lingua che serve per gli eventi, per i viaggi – sponsorizzati e non -, per interagire con colleghi e con clienti e sponsor».

«Ti sei mai trovata in una situazione pericolosa?
«Ho viaggiato in Paesi che molti ritengono pericolosissimi, come l’Honduras o la Colombia, ma non ho mai percepito realmente il pericolo. Anzi, ho sempre trovato persone splendide, ospitali e accoglienti. Paradossalmente, mi sono sentita realmente in pericolo solo in Inghilterra, dove ho vissuto per tanti anni quando lavoravo all’università e dove gli episodi di violenza (verbale e non) a sfondo razziale contro gli stranieri sono all’ordine del giorno».

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Il viaggio più bello che abbia fatto?
«Il viaggio più bello è stato quello in Argentina, Paese di cui mi sono innamorata al punto da pensare di trasferirmi proprio a vivere lì. Per ora mi sono limitata a tornarci varie volte, per poter ammirare la sua natura selvaggia, e viverne a pieno la sua cultura.
Non esistono viaggi brutti!».

Un episodio particolare che ti è successo?
«Era il giorno di Natale, ero arrivata la sera prima a Balgue, paesino minuscolo nell’isola vulcanica di Ometepe, al centro del lago Nicaragua. Gironzolavo sulla strada principale (l’unica!) quando si mise a piovere a dirotto. Il mio ostello era lontanissimo (una buona mezz’ora di camminata nel bosco) e non avevo ombrello. Mi misi a cercare riparo e capitai involontariamente nella casa di una famiglia che festeggiava. Aprii il cancelletto, sfoderai il mio sorriso migliore, dissi un convinto “Feliz Navidad” e subito mi venne offerta una sedia per unirmi ai festeggiamenti. Impossibile non amare questo popolo!».

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Si fanno amicizie?
«Nel corso dei miei viaggi e della mia carriera di blogger ho fatto tantissime amicizie, con colleghi blogger e non solo. E sono amicizie che restano solide nel tempo!».

Come ti vedi fra 10 anni? Sempre in giro per il mondo?
«Tra dieci anni mi vedo ancora a viaggiare, magari con un ritmo diverso, e a scrivere e fare consulenze per ispirare la gente a viaggiare».

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Che ruolo potrebbero avere i blog di viaggi per la promozione turistica della Sardegna?
«Purtroppo in Sardegna sia gli enti pubblici che gli imprenditori privati faticano ancora a capire l’importanza che blogger di viaggi, influencer e in generale il web rivestono nel settore del turismo. La Sardegna ha tantissimo da offrire, e basterebbe fare qualche campagna giusta che anche con un investimento minimo – invitando i blogger e gli influencer giusti – il riscontro sarebbe altissimo. Lo ha fatto la Spagna per incrementare il turismo nel Nord. Lo fa regolarmente l’Indonesia. Lo fanno anche altri Paesi in via di sviluppo. Perché qui non ci si arriva e si continua invece ad insistere con qualche bella foto in un paio di riviste e a promuovere quasi solo la stagione estiva?»

Per saperne di più ecco i link ai profili social di Claudia Tavani: Facebook, Instagram, Twitter

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