La Nuova Sardegna

La Sardegna cambia rotta: inizia l’accoglienza diffusa

di Claudio Zoccheddu
La Sardegna cambia rotta: inizia l’accoglienza diffusa

Nuovo centro a Monastir. Niente richiedenti asilo a Burcei dopo le proteste Vertice in Prefettura: i profughi divisi in piccoli gruppi e distribuiti tra i Comuni

10 settembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Piccolo è bello. Anche per l’accoglienza. La linea inaugurata ieri dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si è svolta in Prefettura a Cagliari, è quella proposta dal governo: divisione dei profughi in piccoli gruppi per un’accoglienza diffusa in tutto il territorio regionale, con 2,53 migranti per ogni ogni 1000 abitanti. Un paese di 5mila abitanti, quindi, potrà ospitare al massimo 12.

Un rapporto meramente numerico che non ha tenuto conto della posizione dell’associazione dei Comuni della Sardegna che invece, appena qualche giorno fa, aveva chiesto il contenimento dei flussi e la distinzione tra migranti “politici”, ovvero quelli in fuga dalle guerre e dalle persecuzioni, e i migranti “economici”, le persone alla ricerca di prospettive impossibili da raggiungere in patria.

I numeri. Su un totale di 5807 migranti arrivati in sardegna da Gennaio a Settembre, ben 1200 sono minori non accompagnati. Un numero elevatissimo che, oltre a dare una dimensione alla tragedia di chi spinge i figli verso un viaggio infernale attraverso il Sahara e il Mediterraneo, descrive anche le difficoltà delle amministrazioni comunali che ricevono i giovanissimi. Se il sostentamento di un migrante maggiorenne costa allo Stato 35 euro al giorno che vengono incassati da chi si occupa dell’accoglienza – i migranti percepiscono un poket money (paghetta) che varia da un minimo di un euro a un massimo di due e mezzo – i minori incidono maggiormente impegnando un cifra vicina ai 75 euro al giorno. Il totale dei migranti attualmente ospitato nell’isola è di 5240.

Accoglienza a Monastir. Non tutti, però, arrivano a bordo delle navi che pattugliano il Canale di. Negli ultimi tempi molti algerini, 570, sono sbarcati direttamente nelle spiagge Sulcis, raggiunto a bordo di piccole carrette del mare. Per loro ieri è stato deciso di aprire l'ex scuola della Polizia penitenziaria di Monastir, alle porte di Cagliari. Lo stesso edificio che potrebbe essere destinato ad accogliere anche i minori. La soluzione non è piaciuta ai sindacati di polizia e all'opposizione in consiglio regionale, ma il prefetto, Giuliana Perrotta, ha motivato la sua decisione: «Il fatto di sapere che saranno ospitati in una struttura controllata servirà come deterrente per possibili nuovi sbarchi di algerini – spiega – e noi avremo il tempo di lavorare con calma per identificarli ed espellerli».

Il caso Burcei. L’interesse verso il paese al centro della catena montuosa dei Sette Fratelli sembra essere definitivamente scemato. Dopo le clamorose proteste dei giorni scorsi, quando durante una manifestazione un gruppo di persone aveva fatto irruzione nello stabile che avrebbe dovuto ospitare alcuni migranti, l’ipotesi è ormai tramontata. Il prefetto ha incontrato il sindaco di Burcei, Giovanna Zuncheddu, e i rappresentanti dell'amministrazione comunale per affrontare la questione. I rumors filtrati dopo l’incontro hanno lasciato intendere il cambio di vedute e la cancellazione dello stabile potenzialmente destinato all’accoglienza dalla lista degli immobili destinati a ospitare gruppi di migranti. Una scelta operata per non minare la tranquillità del paese, come richiesto dal sindaco, che potrebbe però rappresentare un precedente ingombrante nella futura distribuzione su scala regionale di piccoli gruppi di migranti.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative