La Nuova Sardegna

Pd, la missione di Lotti Spunta il direttorio a tre

di Alessandro Pirina
Pd, la missione di Lotti Spunta il direttorio a tre

Faccia a faccia a Sassari tra il braccio destro di Renzi e le varie anime del partito Le uniche certezze: no al commissario da Roma e congresso dopo il referendum

17 settembre 2016
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SASSARI. «Sono qui solo per ascoltare». Non dice di più Luca Lotti. La presenza a Sassari del braccio destro di Renzi è l’ultima carta giocata dal Pd per provare a trovare un accordo sul dopo Soru. Tre ore di faccia a faccia con i leader delle varie anime dem che, per ora, sembrano aver prodotto una sola certezza: il congresso si terrà dopo il referendum costituzionale. Resta però da risolvere in che modo arrivare all’appuntamento. Perché sulle modalità le differenze di vedute sono ancora molto ampie. E lo spauracchio è quello dell’arrivo di un commissario romano. Come accadde ai tempi del dopo Cabras-Barracciu. Cosa che Lotti ha smentito, anche se ha dato la disponibilità a inviare una sorta di emissario qualora l’assemblea in programma lunedì a Tramatza si risolva con un nulla di fatto. Un esterno con l’incarico di supervisionare un direttorio a tre, espressione delle tre anime principali. Ma in casa Pd tutti - perlomeno a parole - si dicono convinti che ci siano i margini per trovare un candidato unitario. L’unico nome in pista resta quello del consigliere Piero Comandini - più l’outsider Giuseppe Frau -, ma riscontra sempre l’opposizione dell’area Cabras-Fadda. E non è escluso, come gli è stato richiesto, che il candidato faccia un passo indietro, in modo che il suo nome possa essere speso dall’ex minoranza e dai soriani in occasione del congresso vero.

Faccia a faccia. Il primo ad arrivare nella sede Pd di via Mazzini è stato l’ex presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu, seguito dall’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu. È a loro che la corrente dei popolari-riformisti di Cabras e Fadda ha chiesto di essere rappresentata davanti a Lotti, arrivato poco dopo sotto la pioggia insieme al consigliere regionale (e amico da tempo) Gavino Manca.

Area Cabras-Fadda. Il colloquio è andato avanti per oltre un’ora. Spissu ed Erriu hanno ribadito a Lotti la loro posizione: chiedono una figura di garanzia, un traghettatore che guidi i dem in questi tre mesi, in modo da affrontare la campagna per il referendum senza traumi. No, quindi, alla proposta della neonata componente Agorà, formata da 250 giovani militanti dem, che aveva chiesto un congresso straordinario immediato. Il nome più gettonato è quello della presidente Giannarita Mele, ma non si escludono altre ipotesi.

Soriani. Più veloce il faccia a faccia con i soriani, rappresentati dal loro lider maximo, Renato Soru, accompagnato dal capogruppo in Consiglio regionale, Pietro Cocco. Concordano con gli ex alleati dell’area Cabras-Fadda sulla necessità di posticipare il congresso a dopo il referendum, ma nell’attesa chiedono un segretario vero. E, dunque, si dicono pronti a votare con gli ex avversari della minoranza formata da ex-Ds e renziani per Piero Comandini.

Ex minoranza. La posizione non si discosta molto da quella che Gavino Manca, renzianissimo della prima ora, e Ignazio Angioni, il senatore che all’ultimo congresso si dovette arrendere a Renato Soru, hanno espresso a Lotti (prima di loro il sottosegretario ha incontrato anche Anna Crisponi, laeder della Traversata degli ex civatiani). Anche per Manca e Angioni il candidato migliore resta Comandini, ma senza il sì dei popolari-riformisti l’ex minoranza potrebbe chiedergli ufficialmente un passo indietro.

Nome unitario. L’obiettivo, infatti, è trovare un nuovo nome che abbia il consenso di tutte le anime del Pd. Un nome che riesca a far marciare unito il partito in vista del referendum costituzionale. Un appuntamento, non è un mistero, da cui dipendono le sorti di Renzi e del governo. Di qui la presenza di Lotti a Sassari: da questo momento all’autunno anche il Pd sardo è chiamato a parlare una sola lingua, quella del Sì.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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