La Nuova Sardegna

Industria Vesuvius, aria di crisi

Industria Vesuvius, aria di crisi

L’impianto di Macchiareddu verso la serrata. A rischio 105 posti di lavoro

18 settembre 2016
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CAGLIARI. La multinazionale dell'acciaio Vesuvius, che ha la sede a Macchiareddu, vuole chiudere e si appresta a lasciare a casa 105 lavoratori diretti e altrettanti dell'indotto.

Lo riferisce la delegazione sindacale presente al Mise e rappresentata da Giampiero Manca di Filctem Cgil, Efisio Ibba di Femca Cisl e Salvatore Sini di Uiltec Uil. All’incontro hanno partecipato anche il presidente di Vesuvius Europa, Patrick Andre, e l'Ad di Vesuvius Italia, Emanuele Boccalatte. Per la Regione c'era invece il capo di Gabinetto dell'assessore all'Industria, Angelo Mascia.

«Stamattina Richard Sykes, vicepresidente Flow Control Europe, ci ha comunicato la decisione di chiudere gli stabilimenti di Assemini e Avezzano», spiega Salvatore Sini. I sindacati hanno chiesto al ministero dello Sviluppo economico e all'assessorato dell'Industria della Regione quali passi si possano ancora fare per scongiurare la fermata. «Intanto – spiega Sini – abbiamo convocato per lunedì 19, dalle 10 alle 12, un'assemblea dei lavoratori per discutere sul da farsi». Verranno informati di quanto annunciato al Mise da Vesuvius, cioè che gli impianti saranno in funzione fino a dicembre.

I dubbi sulla chiusura rimangono e sono tanti: «Gli impianti hanno funzionato bene fino a ieri, senza mai un problema – ha spiegato Giampiero Manca – poi l'azienda ha incaricato un’agenzia di individuare gli stabilimenti Vesuvius più costosi e meno competitivi, così ha deciso di chiudere quello di Macchiareddu e quello di Avezzano, ma riteniamo che la multinazionale intenda produrre a costi minori in Polonia per poi continuare a commercializzare in Italia. E proprio per questo motivo respingiamo con forza questa soluzione». L'azienda produce materiale refrattario isostatico per colate in altiforni: annualmente la produzione si aggira sui 130 mila pezzi.

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