La Nuova Sardegna

La basilica e la “zia”, monumenti di fede

La basilica e la “zia”, monumenti di fede

Secondo il cardinale Amato il processo non deve fermarsi: «Continuare fino allo canonizzazione»

18 settembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





CODRONGIANOS. Ora sono due i monumenti codrongianesi nel mondo cristiano: la superba basilica romanica di Saccargia ed Elisabetta Sanna. Due “capolavori”: uno dell'arte, realizzato esattamente 900 anni fa, l'altro della spiritualità compiuto ieri, alle 11.27, quando il cardinale Angelo Amato, delegato di Papa Francesco, ha proclamato ufficialmente “zia Lisabetta” beata. Handicappata, analfabeta, parlava solamente il sardo, ma “aveva una fede semplice, tenace, forte ed essenziale, come i vostri nuraghi che resistono al tempo solamente in virtù del peso e dislocazione delle pietre”, ha detto l'inviato papale durante l'omelia, caratterizzata da numerosi riferimenti al paesaggio isolano. Anche ieri, come ai tempi di Elisabetta, il cielo di Codrongianos sembrava – come ha scritto Francesco Amoroso – indaco appena uscito dal bucato; e l'aria profumata di odori vari e schietti. Qui parla Iddio». E due secoli fa una donna di 42 anni, vedova, madre di 5 figli, storpiata dal vaiolo, ha ascoltato quella parola e ha fatto una scelta radicale: abbandonare tutto, compresa la famiglia, per metterla in pratica con la preghiera e le opere di misericordia corporale e spirituale.

Un gesto coraggioso, per molti ingiustificabile, che a Elisabetta ha procurato critiche e incomprensioni. Buona parte dell'omelia di monsignor Amato è stata dedicata a spiegare questo radicalismo cristiano. «Non mancano nella vita della Chiesa – ha aggiunto il Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi – campioni della fede che hanno lasciato tutto per mettersi sulle orme di Cristo. Gli apostoli prima di tutti. Ma anche grandi donne: Santa Maria dell'Incarnazione, fondatrice della Chiesa canadese, vedova, con un figlio; Santa Giovanna di Chantal che di figli ne aveva sei».

La beatificazione non è la conclusione del processo aperto per dimostrare l'eroicità delle virtù cristiane di Elisabetta e l'autenticità del suo miracolo. «Si deve continuare – ha concluso il cardinale Angelo Amato – per la canonizzazione, invocando la contadina di Codrongianos perché faccia altri miracoli, imitandone lo stile, fatto di preghiera e opere buone». Il Papa ha anche stabilito il giorno della festa liturgica della nuova beata sarda ( la sesta negli ultimi 40 anni): 17 febbraio, suo dies natalis, quando Elisabetta muore per il mondo, ma nasce in Paradiso. (m.g.)

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative