La Nuova Sardegna

Anci, i sindaci ribelli: «Stop agli inciuci i partiti restino fuori»

di Claudio Zoccheddu
Anci, i sindaci ribelli: «Stop agli inciuci i partiti restino fuori»

La votazione congelata: contestate le ingerenze dei big Littarru (Desulo) attacca la Regione: sono stato tradito

25 settembre 2016
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SASSARI. La missione era creare un gruppo coeso e libero, per soddisfare le esigenze dei cittadini. Il nuovo corso dell’Anci, però, è iniziato nel modo peggiore. E se un’assemblea di sindaci in cerca d’autonomia parte dal ritiro di un accredito in cui veniva chiesto di indicare l’area politica d’appartenenza, è probabile che i fatti non seguano le parole. O viceversa.

Un’altra stranezza: il giorno dopo la grande incertezza di un’assemblea che non ha avuto un risultato si sentono soprattutto le voci degli sconfitti.

Romina Mura, sindaco di Sadali e deputata del Pd, ha fatto la radiografia all’assemblea: «Sono arrivate un po’ di raccomandazioni: le forzature non sono utili, la politica deve avere la capacità di cogliere, interpretare e offrire le soluzioni più adatte, la discussione e il confronto sono sempre da preferire agli unanimismi di facciata mentre i partiti sono fondamentali quando elaborano soluzioni ma diventano meno utili quando appiccicano voti per fare maggioranza. Infine, i sindaci possono ancora giocare un ruolo importante e innovativo». Franco Cuccureddu, sindaco di Castelsardo, ha provato a percorrere una strada alternativa: «L'unica novità apprezzabile è data dal fatto che una quarantina di sindaci hanno deciso di non farsi rappresentare dai partiti costituendo un coordinamento autonomo per dare maggiore dignità all'istituzione comunale e al contempo sottrarre comuni e Anci dalle interferenze di assessori e consiglieri regionali». Se poi il fronte degli autonomi abbia sostenuto il corazzato Ciccolini o l’autonomo Deiana, infondo, è un dettaglio che si è perso nel risultato finale. L’intervento più deciso è stato quello di Omar Hassan, sindaco di Modolo: «I buffoni della politica non hanno capito che questa è un’associazione autonoma. Non avevo mai visto così tanti consiglieri regionali alle scorse assemblee, sono venuti solo per il voto». E qualcuno, seppure con metodi anticonvenzionali, è stato raccolto.

Carla Medau, sindaco di Pula, non alcune intenzione di vedere appassire la sua passione politica: « L’assemblea dell’ Anci è stata una bella giornata per affermare un nuovo modo di fare politica, fuori dagli schemi dei baroni e dei gruppi di potere che hanno finora ingessato il dibattito politico e lo sviluppo della Sardegna. Io c’ero perché fare una politica libera e senza pressioni è possibile. Avanti tutta». Contro il mastodonte della politica regionale anche Gigi Littarru, sindaco di Desulo: «Sono stufo, prima mi chiedono il voto e poi vengo a sapere che l’avviso di garanzia che ho ricevuto per la questione delle peste suina è arrivato dopo la segnalazione di un consigliere regionale».

Tra i sostenitori del fronte unico, invece, i primi cittadini di Nuoro e La Maddalena. Andrea Soddu e Luca Montella avrebbero preferito una candidatura unitaria, in modo da dare vita a un corso più solido: «Chiudetevi in una stanza e uscitene con uan candidatura unica», ha consigliato Montella. Eugenio Lai, sindaco di Escloca e consigliere regionale, evoca il nome di uno dei due contendenti: «Sul piano politico vedo un vincitore: Emiliano Deiana. L'idea di un Anci che non si fa dettare la linea, di un Anci che vuole vedere protagonisti i problemi reali dei nostri Comuni. Vedo vincitrice l'idea e il progetto di tutti quei sindaci che non si limitano a restare in trincea a subire ma vogliono cambiare le cose».

E proprio il vincitore morale, Emiliano Deiana, non si è tirato indietro e ha scelto il luogo da dove è nata la sua candidatura, Facebook, per puntualizzare alcuni aspetti della vicenda: «Mi dicono che qualcuno si attacca a una scheda sulla quale c'era scritto “Ciccotti”. Chiarissima intenzione di voto, dicono. Evidentissimo segno di riconoscimento dello stesso, gli si potrebbe rispondere. Ma c'è una cosa che non tutti sanno: ieri ci sono state tre votazioni: presidente, consiglio regionale e delegati al congresso nazionale. A ogni elettore venivano consegnate tre schede. Alla fine per la prima elezione si hanno 298 voti; per la seconda 297 voti; per la terza 296 voti. Senza che nessuno abbia messo a verbale il rifiuto di una delle schede. Le elezioni devono essere invalidate».

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