La Nuova Sardegna

Appello di Coldiretti: stato di emergenza per i danni della siccità

Appello di Coldiretti: stato di emergenza per i danni della siccità

Mobilitazione se non verrà concessa la calamità naturale Caldo e inverno arido: piogge diminuite del 90 per cento

29 settembre 2016
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SASSARI. Non piove e la siccità è un pericolo per l’agricoltura. Sulla lama del rasoio ci sono i contadini di tutta la Sardegna che vorrebbero essere tutelati nel caso in cui il meteo non rovesci una situazione già critica. Anche perché i tempi sono strettissimi e il rischio che la Sardegna veda inaridire le sue coltivazioni è più che plausibile.

Ecco perché Coldiretti è pronta alla mobilitazione se non ci sarà il riconoscimento dello stato di calamità. Gli agricoltori e gli allevatori del Basso Campidano, Sarrabus e Basso Sulcis, d’altra parte, sono «in crisi a causa della siccità».

«L'inverno scorso, soprattutto tra dicembre e gennaio, passerà alla storia come uno dei più caldi e meno piovosi degli ultimi 215 anni nell’area del Mediterraneo. Nei due mesi a cavallo del Natale si sono registrate il 91% delle precipitazioni in meno rispetto alla media, e in gennaio sono caduti gli stessi millimetri di pioggia caduti in agosto.

La Sardegna non si è sottratta all’ondata di caldo anomalo e alla scarse precipitazioni dei mesi invernali. Chi ha pagato il prezzo più alto è stato il sud e la costa sud orientale. Il mondo agricolo, e in particolare i cerealicoltori, hanno in molti casi dovuto rinunciare al raccolto per la scarsa produzione dovuta all'assenza di pioggia. Da novembre a marzo le temperature sono state sempre sopra la media rispetto al ventennio 1995-2014. Così come le piogge, dalle rilevazioni Arpas, da novembre a marzo risultano inferiori alla media calcolata tra il 1971 e il 2000.

A novembre le precipitazioni vanno dai meno 20 millimetri sul Cagliaritano e lungo la costa centro e sud orientale sino ai 70 millimetri nel Sassarese. Anche dicembre si è confermato un mese asciutto con i cumulati mensili inferiori quasi ovunque ai 10 millimetri. A gennaio sulla costa orientale e nel Cagliaritano i cumulati risultano inferiori alla metà della media climatologica che si attesta sui 20 millimetri.

«Caldo e scarse precipitazioni hanno causato gravi perdite per gli agricoltori e gli allevatori che lavorano in questi territori – ha sottolineato l'associazione –. La Coldiretti, tramite i propri uffici zonali, ha raccolto le lamentele e registrato i danni causati dalla siccità e, tramite le federazioni di Cagliari e quella di Nuoro e dell’Ogliastra ha cercato e trovato collaborazione con le amministrazioni comunali del basso Campidano, Basso Sulcis, Sarrabus, e Ogliastra che si sono attivate per deliberare e avviare le procedure da inviare ad Argea per il riconoscimento dello stato di calamità naturale».

«Le nostre richieste sono corroborate dai dati – sottolinea Efisio Perra, presidente di Coldiretti Cagliari –. Dati reali, purtroppo, e lo hanno provato sulla propria pelle gli agricoltori e in particolare i cerealicoltori che hanno in molti casi dimezzato i raccolti mentre sono lievitati a dismisura i costi nelle aziende».

La siccità è il tormento di agricoltori e allevatori anche nel nord dell’isola dato che molti sono obbligati a fare i conti con le restrizioni nell’erogazione dell’acqua.

Le scorte custodite nel sistema degli invasi sfiorano appena il 50 per cento. In attesa di conoscere i dati relativi alle ultime precipitazioni, in alcuni casi davvero violente, l’unica cosa certa è che alla data del 31 luglio la capacità era di circa 1 miliardo e 41 milioni di metri cubi d’acqua. E, calcolando che ogni mese il livello cala di circa 150 milioni, il quadro non può certo essere confortante. La situazione generale è sintetizzata nell’indice 0,28, che in una scala di valori compresa tra 0 e 1, rappresenta il livello di pericolo e di allerta. Dopo c’è solo l’emergenza.

Oltre al danno, poi, potrebbe esserci anche la beffa. L’estrema siccità che sta martoriando la Sardegna potrebbe prolungare la triste stagione degli incendi e rendere la lotta al fuoco un argomento d’attualità anche durante un autunno troppo mite. (c.z.)

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