La Nuova Sardegna

Olbia, battaglia sui rifiuti Il Pd: la gogna è inefficace

di Serena Lullia
Olbia, battaglia sui rifiuti Il Pd: la gogna è inefficace

Fa discutere l’iniziativa del camion vela con le foto di chi getta i sacchetti Il centrosinistra: «È una misura solo suggestiva, bastano le telecamere»

01 ottobre 2016
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OLBIA. Un ritorno all’antico che piace. La medievale pratica della gogna nella sua versione moderna guadagna consensi tra i cittadini. Gli olbiesi reagiscono positivamente alla trovata pubblicitaria dell’amministrazione Nizzi. Chi viene beccato dalle telecamere mentre getta i rifiuti in modo non corretto, viene pubblicamente umiliato. Le foto in versione gigante vengono appiccicate sui camion vela e mandate in giro per la città. Rarissimi gli indignati, parecchi i fan della gogna. Cosa che non deve stupire in una città che già alcuni anni fa aveva inaugurata la tolleranza zero contro i trasgressori del sacchetto. Ma per l’opposizione consiliare si tratta solo di una suggestiva campagna di sensibilizzazione dagli scarsi effetti pratici. Con i volti delle persone e le targhe oscurate l’umiliazione pubblica, così come pensata dal Comune insieme alla società De Vizia, perde effetto. Se però i pirati fossero riconoscibili si andrebbe incontro alle sanzioni del Garante della privacy e a possibili richieste di risarcimento dei cittadini messi alla gogna.

Misura senza efficacia. L’amministrazione Nizzi dà la sua personale pennellata a una campagna di tolleranza zero inaugurata dalla precedente giunta. Nella legislatura del sindaco Gianni Giovannelli erano state inasprite le sanzioni per i lanciatori di sacchetti e potenziato l’uso delle telecamere per immortalare i trasgressori «Anche noi abbiamo usato molto le telecamere, che vanno però bene quando, oltre ad assicurare i trasgressori alla giustizia, hanno una efficacia deterrente – spiega Carlo Careddu, capogruppo della Coalizione civica e democratica e vice sindaco nella passata legislatura –. I visi delle persone non possono essere pubblicati se non oscurati per non incorrere nelle sanzioni del Garante della privacy. Dico quindi che al di là dell’idea suggestiva, questa campagna non ha una reale efficacia deterrente».

Più educazione. Careddu è convinto che piazzare occhi bionici in ogni angolo della città o fare leva sull’umiliazione pubblica non sia la strada più corretta per avere una città più pulita. «Il problema è anche culturale – sottolinea –. Occorre che i nostri giovani, i cittadini di domani, abbiano buoni esempi e capiscano l’importanza della raccolta e dello smaltimento corretto dei rifiuti. Occorre investire in cultura, educazione e conoscenza. In questo il Comune deve essere di supporto alle famiglie, alla scuola e alle associazioni culturali, sportive e benefiche con campagne mirate e continuative. Insomma prevenire è meglio che curare. Ma occorre che tutti i cittadini si convincano di quanto sia importante differenziare. Anche perché non è pensabile sorvegliare ogni angolo della città con telecamere o chiudere con i lucchetti tutti gli spazi pubblici. Il problema così non si risolve, semmai lo si delocalizza. Se l’attuale maggioranza avesse contribuito a sostenere la raccolta differenziata quando noi la avviammo invece di osteggiarla in ogni modo e cavalcare il malcontento iniziale, forse oggi saremmo ancora più avanti. Fare la differenziata significa volere bene alla propria terra, a se stessi e al futuro delle nuove generazioni. Mi fa comunque piacere che la maggioranza abbia cambiato idea e oggi sostenga la nostra iniziativa. Meglio tardi che mai».

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