La Nuova Sardegna

Anci, ora è caos elezione Ciccolini va dal giudice

di Luca Rojch
Anci, ora è caos elezione Ciccolini va dal giudice

L’ufficio di presidenza dichiara nullo il voto al centro della contestazione Il sindaco di Bitti non ci sta: non mi resta che chiedere l’intervento del tribunale

06 ottobre 2016
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Sarà anche una questione di quorum. Ma c’è più veleno che amore nella scelta del sindaco dei sindaci.

Ora Ciccolini gioca le sue carte. Bollate. La sfida per scegliere il nuovo presidente dell’Anci si trasferisce davanti a un tribunale. Giuseppe Ciccolini, il più votato nell’assemblea dei sindaci appena dichiarata nulla dal segretario Mario Bruno, questa mattina presenterà ricorso davanti al giudice ordinario. «Mi vedo costretto a farlo – spiega Ciccolini – per tutelare la verità e il rispetto delle procedure. Io non accuso l’altro candidato Emiliano Deiana, ma contesto il criterio incomprensibile utilizzato per annullare un voto valido».

Un passo indietro. L’ufficiodi presidenza dell’Anci, guidato da Mario Bruno, doveva esaminare la validità del voto della scorsa settimana. Ciccolini aveva preso 152 voti, a un passo dal quorum dei presenti. E con un 153esimo voto assegnato a “Ciccottini”. Alle sue spalle con 141 preferenze l’altro candidato, Emiliano Deiana. Considerato da troppi un outsider si è fermato a una manciata di sindaci dal successo. Nella seduta si votavano anche i delegati all’assemblea nazionale e quelli della regionale. Bruno, con il notaio Paola Denotti e il delegato nazionale Anci Fabrizio Clementi, doveva decidere se convalidare il voto e proclamare Ciccolini presidente.

Questione di quorum. Di fatto doveva stabilire se si doveva considerare il quorum dei presenti o quello dei votanti. Nell’ultimo caso l’elezione sarebbe stata valida. E di fatto questo sanciva anche il parere legale chiesto dall’Anci regionale all’avvocato Mauro Barberio.

Colpo di scena. Un po’ a sorpresa il notaio e il delegato nazionale non hanno neanche voluto vedere il parere. «Il notaio ha preso una posizione chiara – racconta Bruno –. Non aveva dati certi sul voto. Si è fatta una votazione unica per volontà dell’assemblea. Si doveva tenere conto prima della surroga dei delegati nazionali e poi del voto per quella regionale. I delegati hanno chiesto di votare con unica chiama. Questo ha creato problemi, con le schede. Erano 296 nella delegazione nazionale, 297 nella scelta del presidente, e 298 in quella regionale. A sua volta il delegato nazionale ha messo in evidenza che nella scelta dei 7 delegati nazionali per la surroga dei 7 decaduti si doveva tenere conto alla territorialità e proporzionalità. Cosa che non è stata fatta. Per questo il voto è stato dichiarato nulla e il quorum non è stato preso in considerazione».

Il caos. Ciccolini non ha proprio gradito. «Mi attendevo che l’ufficio di presidenza parlasse del parare legale e convalidasse il voto – dice –. Ma all’impovviso il tema non è più il quorum o la scheda Ciccottini. Ma diventa una relazione del notaio che contesta la scelta unanime dell’assemblea di fare tutte le votazione insieme. E conclude che le elezioni sono nulle. Sono perplesso anche perché lo stesso notaio nel verbale dell’assemblea non ha parlato di irregolarità del voto. Sono consegnate tre schede ben distinte. E chi esprimeva la preferenza erano sindaci, non cittadini sprovveduti. Sia chiaro che la mia non è una crociata contro Deiana, con cui ci siamo confrontati con rispetto e stima. Ma sulle conclusioni dell ufficio di presidenza. Il mio stupore è sulla incredibile inversione della realtà. Non mi resta altro da fare che presentaro ricorso al giudice ordinario. Voglio che si affermi un principio: chi prende più voti vince. La scelta di 300 sindaci non può essere ignorata e annullata con un documento discutibile nella forma e nella sostanza. Il ricorso prescinde dalla competizione dei sindaci. Cerchiamo di creare un clima corretto».

Emiliano Deiana parla con assoluta serenità. Ma non è disposto a fare un passo indietro. «La mia opinione è che la lettura corretta debba prendere in considerazione i presenti e non di votanti – spiega–. Condivido la posizione di Bruno. Io invito tutti alla riflessione e sono pronto a sostenere un tentativo di ricomporre la situazione. Ragionare dal punto di vista politico. Ma è chiaro che la via maestra una nuova votazione. E io non rinuncio alla mia candidatura. Ma credo che prima serva un chiarimento sereno anche fuori dall’assemblea. Io da subito avevo visto che esisteva una spaccatura. Per questo avevo chiesto a Ciccolini di fermarci. Lui ha detto di no. Il risultato è una manciata di voti che ballano. E mi chiedo: se lui è così certo di avere la maggioranza perché non vuole di nuovo votare. Io sono pronto. Il nuovo presidente avrà maggiore legittimazione».

In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative