La Nuova Sardegna

Edilizia, 328 imprese spazzate via

Il report di Confartigianato sull’ultimo anno. Dal 2008 persi 35mila posti di lavoro

15 ottobre 2016
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SASSARI. Nell'ultimo anno in Sardegna 328 imprese sono state spazzate via dalla crisi. Non solo, dal 2008 a oggi sono stati dimezzati i posti di lavoro: meno 35.600. Sono i dati di Confartigianato edilizia. «È come se in una città grande come Nuoro – spiega il presidente Giacomo Meloni – non lavorasse nessuno. Un calo senza eguali in Italia». Nell'isola, secondo le cifre fornite dall'organizzazione, alla fine dello scorso giugno erano 18.442 le imprese che si occupavano di costruzioni: quelle artigiane erano 10.559 (il 57,3 per centi). Queste ultime, negli ultimi 12 mesi hanno registrato una flessione del 3 per cento, con la relativa perdita di 328 aziende (saldo tra aperture e chiusure). Per frenare la moria di imprese Confartigianato ha chiesto un incontro sulla legge urbanistica all'assessore Cristiano Erriu. L'organizzazione assicura massima collaborazione. «Abbiamo comunicato a Erriu questa nostra disponibilità chiedendo, contestualmente, un incontro. Siamo molto preoccupati – sottolinea Meloni – per l'approvazione, visto che nessuno sembra parlare più della Legge e mancano circa due mesi e mezzo alla fine dell'anno».

A livello territoriale, tra le imprese artigiane edili è forte il calo in provincia di Oristano: meno 4,2% (perse 43 imprese). Seguono Cagliari con meno 3,1% (meno 109), Nuoro con meno 2,8% (perse 63) e Sassari con -2,7 (113 chiuse). Per l'associazione artigiana ci sono più soluzioni praticabili: «Una delle chiavi per la ripresa è sotto i nostri occhi, sta nella ristrutturazione e nella riqualificazione energetica di oltre 90mila immobili e abitazioni vecchie e in cattive condizioni. Tale segmento di mercato è l'unico ad aver registrato un incremento nel corso degli anni, soprattutto grazie agli incentivi fiscali rafforzati che, come è stato annunciato dal governo, saranno riconfermati». Sul Codice degli appalti è invece ancora buio quasi totale: «Su questo passaggio c'erano e ci sono tantissime aspettative – conclude Meloni - ma la riforma si compirà solo con l'emanazione di tutti i decreti a corredo e con l'emanazione delle “soft law”, ovvero gli strumenti innovativi di regolazione».

Pd. Sui dati di Confartigianato è scontro politico. «Confermano un trend decennale che riguarda il settore dell’edilizia e che viene dal 2009, dai primi anni della crisi – dice il senatore dem Silvio Lai –. Pensare di ritornare ai numeri pre-crisi è impossibile ma è urgente individuare strumenti legislativi che diano una scossa all’intero comparto. Occorrono un grande lavoro di riconversione delle professionalità dell’edilizia e una nuova legge urbanistica che crei le condizioni perché operare nell’edilizia, nel rispetto del Ppr, e in maniera trasparente, sia modernizzato e semplificato e soprattutto perché si facciano le scelte che accompagnino un’idea di sviluppo».

Forza Italia. Per Ugo Cappellacci, invece, la colpa è tutta di Pigliaru. «I dati certificano il fallimento della politica degli annunci – attacca il coordinatore regionale di Forza Italia –. In due anni e mezzo la giunta è stata capace solo di tornare al Ppr di Renato Soru, rinnegato dal suo stesso creatore a suon di ricorsi, e di cancellare il Piano casa, che negli anni passati ha invece rappresentato una boccata d’ossigeno per imprese e per lavoratori».

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